La conquista del K2

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 31 Luglio 2018

Il 31 luglio del 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli violarono la seconda vetta più alta del mondo, il K2. I due facevano parte della spedizione capitanata dall'esploratore e geologo Ardito Desio. Il gruppo era  composto di 23 alpinisti e 5 ricercatori, tra i quali vanno ricordati Walter Bonatti, Mario Fantin e il pakistano Amir Mahdi.

La spedizione fu seguita da molte polemiche che si protrassero per più di quarant'anni al termine dei quali Walter Bonatti vide riconosciuta la sua versione dei fatti rispetto a quanto aveva sostenuto Compagnoni, avallato da Desio.

Achille Compagnoni accolto dalla folla, 1954
Mario Fantin, 1954
I protagonisti della missione sul K2, 1954
I protagonisti della missione sul K2, 1954
Gli uomini della spedizione del K2, 1954
Achille Compagnoni insieme ad altri della spedizione, 1954
Conferenza di Ardito Desio all'Accademia Nazionale dei Licei, 1954
Ardito Desio riceve una pergamena da Scelba, 1955
Achille Compagnoni stringe la mano a Scelba, 1955
Un membro della squadra che ha scalato il K2 stringe la mano a Einaudi, 1955
Foto di gruppo della squadra di scalatori del K2 in posa con le autorità politiche, 1955
Achille Compagnoni alla prima del film K2, 1955
Esterno del cinema Barberini con insegne luminose che pubblicizzano il film K2, 1955
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"Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari"

Gli scalatori del K2

La missione sul K2 nell’Archivio

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