Il discorso di Trieste

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 18 Settembre 2019

Il documento che presentiamo era in un rullo di cui si erano perse le tracce in Archivio. Facente parte di un più lungo documentario che raccontava la visita di Mussolini in Friuli e Veneto nel settembre del 1938, questo rullo è stato recuperato presso un privato dall'Archivio Nazionale del Cinema della Resistenza di Torino e successivamente restaurato in collaborazione con il Luce.

Sebbene ne girassero alcune copie online il documento non era molto conosciuto, nonostante sia il primo, e unico, nel quale sentiamo Mussolini annunciare esplicitamente che per mantenere il "prestigio dell’impero" serve "una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime" per concludere: "L’ebraismo mondiale è stato durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo".

Come ha scritto Antonella Pagliarulo in un articolo comparso nel 2015 "La storia di questo ritrovamento è anche l’enigma della sua “perdita/assenza” nei rulli di pellicola girati dall’Istituto Luce; un enigma che rilancia ancora una volta l’interrogativo sull’assenza del “discorso sulla razza” (battaglia ideologica antisemita, legislazione statale) da tutti documenti audiovisivi realizzati dall’Istituto Luce".

Servizio fotografico sul viaggio in Friuli di Mussolini nel settembre del 1938

Il Duce, accompagnato da un gruppo di personalità del partito fascista, osserva un plastico che gli viene illustrato da un dirigente dei cantieri navali San Marco
Un palazzo di piazza Oberdan addobbato con scritte inneggianti al Duce e colonne littorie sormontate da aquile imperiali in occasione della visita di Mussolini alla città
Mussolini sigilla la pergamena nella prima pietra della Casa della GIL, in piazza Oberdan
La prima pietra dell'erigenda Università di Trieste, in zona Scoglietto, durante la cerimonia dell'inaugurazione
Il Duce sigilla la pergamena nella prima pietra dell'erigenda Università di Trieste, in zona Scoglietto, durante la cerimonia dell'inaugurazione
Il Duce, accompagnato da un gruppo di autorità del partito fascista, visita le grotte di Postumia
Il Duce, postosi alla testa dell'XI reggimento di Bersaglieri, compie un giro di corsa nel campo sportivo di Gradisca, dove è in corso un'esercitazione
Il Duce, giunto in auto a Caporetto, bacia sulla fronte un bambino in divisa da figlio della Lupa
La parola "Autarchia" a caratteri giganteschi esposta sul tetto di uno dei capannoni dello stabilimento industriale della Snia Viscosa a Torre di Zuino
Una delle torri dell'impianto industriale della Snia Viscosa trasformata, in occasione della visita del Duce, in enorme fascio littorio
Il Duce pronuncia un discorso da un palco allestito in un largo piazzale nel complesso indistriale della Snia Viscosa a Torre di Zuino
Il Duce giunge a bordo di un'auto scoperta davanti all'ingresso di un parco, probabilmente Villa Margherita a Treviso, dove è accolto da un gruppo di gerarchi, tra cui Starace
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Se cerchiamo Leggi razziali in archivio ci vengono rimandati solo due servizi: un cinegiornale Incom del 1958 che ricorda le drammatiche giornate delle deportazioni di ebrei italiani in seguito ai provvedimenti legislativi del 1938, e un servizio fotografico del 1942 intitolato Ebrei al lavoro lungo l'argine del Tevere.

Ci sono anche un paio di foto in un servizo del 1941 in cui durante un comizio a Piazza Mazzini a Roma compaiono cartelli esplicitamente antisemiti.

Questo non significa che il razzismo fosse stato fino a quel momento avulso dalla politica fascista. Come ricorda lo storico Enzo Collotti in un intervento del 1998, in occasione del sessantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali: "la spinta a una politica della razza nel fascismo italiano fu connaturata allo stesso retaggio nazionalista, che esaltava la superiorità della stirpe come fatto biologico e non solo culturale; che esaltava l’espansionismo italiano attraverso la concezione tardo-coloniale delle colonie come colonie di popolamento, ossia sede di trasferimento e di nuovo insediamento dell’eccedenza demografica dell’Italia e simbolo di superiorità della civiltà e della razza italiane".

Anche verso gli ebrei le leggi del 1938 non furono un fulmine a ciel sereno; c'erano stati anni di preparazione, a partire dal 1929, quando, con la firma del Concordato, era stato "accordato al culto israelitico lo statuto di semplice culto ammesso preludendo al nuovo statuto delle Comunità del 1931, era stata intaccata la piena parificazione degli ebrei italiani al resto dei cittadini italiani".

In definitiva sembra quasi che il regime volesse lasciare questo aspetto della propaganda alla carta stampata. Non a caso il 5 agosto 1938, diretta da Telesio Interlandi, usciva la rivista La Difesa della Razza e il Corriere della Sera il 6 agosto usciva a 9 colonne con il titolo La difesa della razza in Italia, La Stampa invece il 5 settembre, sempre a 9 colonne annunciava: Il Consiglio dei Ministri delibera l'esclusione dalle scuole di tutti gli insegnanti ed alunni nati da genitori di razza ebraica.

Israele a Roma, un documentario di Romolo Marcellini, 1948

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