Cesare Zavattini: il cinema, la scrittura, la pittura, gli archivi

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 12 Ottobre 2019

"Milioni di spettatori conoscono i film di Zavattini ma pochi immaginano com'è Zavattini uomo". Inizia così questo breve cinegiornale edito nel 1951 dalla testata Mondo Libero, che in poco più di un minuto, ci presenta i luoghi, temi e le persone che popolano la fantasia dello sceneggiatore emiliano: la periferia di Milano, l'amico brigadiere e soprattutto i bambini, "ingenui e spontanei come i suoi racconti".

È in questo mondo che nasce il realismo di Zavattini: Tutti buoni per un'ora è il titolo di un nuovo soggetto su cui sta lavorando, nato dagli incontri con strani tipi, come lo stagnino che si diverte a sabotare condutture d'acqua della casa dello scrittore per stare spesso in sua compagnia e magari ottenere una parte in un suo film.

Cesare Zavattini tra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta

Mario Riva, Cesare Zavattini, Mario Soldati e Nadia Grey al ricevimento per scrittori ed editori a Villa Madama, 1959
Zavattini nel suo studio tiene in mano alcuni oggetti artigianali, 1959
Zavattini durante un convegno su cinema e censura; di fianco a lui Carrocci, [1959]
Cesare Zavattini e Velio Spano al tavolo degli oratori durante il dibattito, 1961
Zavattini e Lombardi ripresi in occasione di una iniziativa per Cuba, 1961
Cesare Zavattini a cena con un produttore, [1962]
Cesare Zavattini a lavoro durante le riprese di un film, 1962
Zavattini e Rossellini alla conferenza stampa sull'attività della De Laurentiis, [1962]
Cesare Zavattini seduto in poltrona, anni Ottanta
Cesare Zavattini nel suo studio, anni Ottanta
Cesare Zavattini mentre dipinge, anni Ottanta
Cesare Zavattini alla scrivania, anni Ottanta
Cesare Zavattini seduto in poltrona, anni Ottanta
Cesare Zavattini seduto su un letto, anni Ottanta
Cesare Zavattini mentre sfoglia una copia di un libro sul suo cinema, anni Ottanta
Cesare Zavattini seduto su un letto nell'atto di urlare, anni Ottanta
Cesare Zavattini stringe la mano a Ettore Scola, 1985
Cesare Zavattini con il premio Nobel Carlo Rubblia, 1985
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Sceneggiatore tra i più prolifici, Cesare Zavattini ha firmato più di settanta pellicole, dalla prima del 1935, Darò un milione, per la regia di Mario Camerini, all'ultima, del 1982, La veritaaaà, diretta da lui medesimo. In mezzo il lungo sodalizio con Vittorio De Sica, per il quale scrisse 26 film da Teresa venerdì a Miracolo a Milano a I girasoli.

Collaborò anche con altri grandi maestri del cinema italiano. Sua la sceneggiatura di Bellissima di Visconti e La donna del giorno di Maselli.

Ricevette tre candidature al premio Oscar per Sciuscià, Ladri di biciclette e Umberto D. tutti di Vittorio De Sica.

Zavattini fu anche molte altre cose: soggettista di fumetti e appassionato d'arte fu a sua volta pittore e collezionista.

Nel 1979 fu tra i fondatori dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico di cui divenne il primo presidente, carica che mantenne fino alla sua morte, avvenuta a Roma il 13 ottobre 1989.

A suo nome dal 2016 l'AAMOD, in collaborazione tra gli altri con Istituto Luce Cinecittà, bandisce un premio cui possono concorrere giovani film-maker di età compresa tra i 18 e i 35 anni.

Milano, l’addio a Cesare Zavattini

Zavattini in Archivio

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