Il Giorno della memoria 2021

Attualità, di redazione, 27 Gennaio 2021

Il 20 luglio del 2000 il Parlamento italiano approva l'istituzione del Giorno della memoria: "La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati".

Ogni anno, da allora, il 27 gennaio, si celebra il Giorno della memoria.

Quest'anno il Ministero dell'istruzione, in collaborazione con il Centro Internazionale di studi Primo Levi e con Istituto Luce Cinecittà, ha promosso un'iniziativa rivolta alle scuole: Fabrizio Gifuni ha letto, all'interno della Biblioteca Luigi De Gregori del MIUR, una selezione di brani tratti dai libri di Primo Levi 'I sommersi e i salvati' e 'Così fu Auschwitz'.

Fabio Levi, presidente del Centro Internazionale di studi Primo Levi, ha scritto alcune righe a commento dell'iniziativa:

"Le parole di Primo Levi arrivano diritte al lettore con efficacia straordinaria e senza bisogno di commento. Questo per diverse ragioni. Perché sono parole che portano verità raccolte di prima mano, verificate con scrupolo, come farebbe uno storico con le proprie fonti, e ritrasmesse con cura. E la verità – un obiettivo che lo stesso Levi non esita a perseguire, tanto più quando racconta di Auschwitz – riesce ad imporsi, grazie alla sua palese evidenza: anche agli increduli, ai distratti o agli interlocutori che appartengono a generazioni sempre più distanti dai fatti cui essa si riferisce. In particolare, le verità che Primo Levi ci offre con pacata nitidezza rimandano a violenze estreme, a sofferenze indicibili e difficili da comprendere; non è tuttavia quel loro essere impervie e piene di interrogativi senza risposte certe a renderle meno illuminanti.
Ma le parole dello scrittore torinese, malgrado il suo tempo si vada via via allontanando, ci toccano nel profondo anche per un altro motivo. Le situazioni che egli descrive o le innumerevoli figure che popolano i suoi racconti del Lager ci sorprendono e ci coinvolgono ogni volta perché mettono alla prova la nostra sensibilità morale. Ci interrogano in concreto sul giusto e sull’ingiusto, sul bene e sul male, su dove e come si possano tracciare i confini dell’umano: per noi oggi, come era stato allora per lui, per i suoi compagni di prigionia o per i responsabili di persecuzioni e inaudite violenze. Vanno certamente rifuggiti i cortocircuiti fra passato e presente, fra il mondo capovolto del Lager e la realtà di tutti i giorni, ma neppure possiamo dimenticare che i perpetratori dello sterminio non erano mostri ma uomini come noi.
La lettura che Fabrizio Gifuni propone da 'I sommersi e i salvati' fa risaltare fra gli altri proprio questi due aspetti dell’opera di Levi. Si vede nel suo modo di leggere l’impegno a penetrare il testo sin nelle sua pieghe più profonde e, nello stesso tempo, il distacco necessario a far sì che l’ascoltatore possa misurarsi con un autore che non punta ad emozionare e a coinvolgere ma a sollecitare il pensiero, a misurarsi appunto con la verità dei fatti e con le questioni morali che essa solleva".

Nella galleria qui sopra sono raggiungibili gli articoli che nel corso di questi anni abbiamo dedicato ad antisemitismo e questione ebraica.

Lo abbiamo scritto altre volte: nell'Archivio Luce sono pochissimi i documenti che raccontano la Shoah e i campi di concentramento. Ancora meno quelli che parlano della legislazione razziale. Ciò nonostante le parole che Mussolini pronunciò a Trieste nel settembre del 1938 restano chiare ed incontrovertibili: per mantenere il "prestigio dell’impero", disse il duce, serve "una chiara, severa coscienza razziale che stabilisca non soltanto delle differenze, ma delle superiorità nettissime" e concluderà: "L’ebraismo mondiale è stato durante sedici anni, malgrado la nostra politica, un nemico irreconciliabile del fascismo".

Nazisti alla sbarra. Il processo di Norimberga

Leggi e scarica il libretto con i testi di Primo Levi letti da Fabrizio Gifuni

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