Renato Nicolini, l’inventore dell’Estate romana, in 12 foto inedite

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 5 Agosto 2022

Nel 1976, con un anno di ritardo rispetto alle altre grandi città come Milano, Torino e Napoli, si vota a Roma per il rinnovo del consiglio comunale. E come nei capoluoghi lombardo, piemontese e campano, anche nella capitale per la prima volta ad affaermarsi furono comunisti e socialisti che diedero vita a giunte di coalizione.

A Roma fu eletto sindaco lo storico dell'Arte Giulio Carlo Argan, che tre anni più tardi lascerà il posto a Luigi Petroselli. Ma chi cambiò veramente il volto della città fu un giovane architetto che venne nominato assessore alla cultura, Renato Nicolini, del quale ricorrono in questi giorni i dieci anni della scomparsa.

Fino a quel momento per chi, per diverse ragioni, era costretto a restare in città, luglio e agosto erano mesi in cui non c'era nulla da fare: cinema e teatri chiudevano, concerti non ce n'erano tanti e comunque non alla portata di tutti. Nasce da questi presupposti l'Estate romana che dal 1977 caratterizzerà i mesi estivi dei romani: musica, cinema, avanguardie. E poi periferie dove finalmente si inizia a fruire la cultura.

I film proiettati al Circo Massimo, anche con tre spettacoli a sera, divennero un appuntamento fisso. Nel 1979 la prima edizione del festival dei poeti a Castelporziano vide la partecipazione, tra gli altri, di Ginsberg, Borroughs, Evtušenko e Soriano, seguiti da migliaia di giovani entusiasti: fu una scommessa non facile ma vinta, tanto che l'evento si replicò negli anni successivi.

Nel 1981, al Colosseo, su un mega schermo posizionato davanti all'Arco di Costantino, venne proiettato Napoleon, il capolavoro di Abel Gange restaurato da Francis Ford Coppola e musicato da suo padre Carmine che sotto il palco diresse l'orchestra dell'Opera. Quattro ore di film muto seguito con attenzione da centinaia di spettattori.

Renato Nicolini restò assessore fino al 1985. Fu parlamentare nelle file del PCI  dal 1983 al 1994, anno in cui Antonio Bassolino lo volle come assessore alla cultura a Napoli, carica che ricoprì per tre anni. Ha continuato poi ad occuparsi di politica fino a quando, il 4 agosto del 2012, malato da tempo, moriva appena settantenne.

Renato Nicolini nell’Archivio Luce

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