Anni interessanti. La rassegna cinematografica. Le mani sulla città
I Film della rassegna
- Io la conoscevo bene, martedì 31 maggio 17.00-19.00
- Il medico della mutua, martedì 14 giugno 17.00-19.00
- Boccaccio 70, martedì 5 luglio 16.00-19.30
- L’udienza, martedì 19 luglio 17.00-19.00
- Prima della rivoluzione, martedì 30 agosto 17.00-19.00
- Le mani sulla città, martedì 6 settembre 17.00-19.00
- Il posto, martedì 13 settembre 17.00-19.00
- Mamma Roma, martedì 27 settembre 17.00-19.00
- I mostri, martedì 4 ottobre 17.00-19.00
- I complessi, martedì 11 ottobre 17.00-19.00
Sesto appuntamento con le proiezioni della rassegna cinematografica legata alla mostra Anni interessanti. Martedì 6 settembre alle ore 17 sarà proiettato Le mani sulla città. Diretto nel 1963 da Francesco Rosi, che ne ha anche scritto soggetto e sceneggiatura insieme a Raffale La Capria, il film è interpretato da Rod Steiger, Salvo Randone e Guido Alberti.
Rosi ha sempre fatto un cinema impegnato. Esempi ne sono Salvatore Giuliano, Uomini contro, Il caso Mattei, Cadaveri eccellenti, Cristo si è fermato a Eboli e La tregua. Con Le mai sulla città ha ottenuto il Leone d'oro a Venezia nel 1963 e cinque nomination ai Nastri d'argento nel 1964.
Tanti ritratti dell’Italia, tante storie di italiani: che dal grande schermo dialogano con il percorso visuale della mostra “Anni interessanti”.
Nell'ambito della mostra Anni interessanti, che si tiene presso il Museo di Roma in Trastevere fino al 16 ottobre del 2022, è stata organizzata una rassega cinematografica.
I nostri “anni interessanti”, 1960-75, sono un periodo d’oro del cinema italiano, che ha assimilato in pieno la lezione del Neorealismo, dialoga con la Nouvelle Vague del cinema francese, ha conosciuto Hollywood e l’ha anche ospitata sulle rive del Tevere. Forte di un grande consenso popolare (oltre 500 milioni di biglietti cinematografici venduti in ciascuno dei 15 anni qui considerati) e di una ricca filiera creativa (registi, sceneggiatori, attori, musicisti, scenografi, montatori, costumisti, doppiatori), interpreta magistralmente il quindicennio alternando la commedia, sempre agrodolce, alla denuncia dei ritardi, delle piaghe, dei misteri italiani.