Fausto Coppi, nascita di un campione
Fausto Coppi è stato certamente uno degli atleti più amati nella storia dello sport italiano; storica la sua rivalità con Gino Bartali che ha dato vita ad una aneddotica infinita.
Nella Settimana Incom, la testata di cinegiornali più seguita di quel periodo, tra il 1946 e il 1960, lo troviamo in ben 167 servizi. Molti sono dedicati alle varie corse a tappe cui ha partecipato nel corso della sua lunga carriera, a partire dal primissimo dopoguerra, con la vittoria alla Milano Sanremo del 1946.
Fausto Coppi trionfa al Giro d’Italia del 1949
C'è poi il al trionfale 1949 in cui vinse sia il Giro d'Italia che il Tour de France, succedendo proprio al suo eterno rivale Gino Bartali.
Non possono mancare momenti di vita famigliare: momenti spensierati, come quando lo troviamo a uno spettacolo del circo Togni e le tragedie, come la morte del fratello Serse, durante il Giro di Piemonte del 1951.
Fausto Coppi negli anni Cinquanta
E poi arriva il 1960. Il decennio che cambierà la società italiana si apre con una notizia che getta nello sconforto i fan di Fausto Coppi e tutti gli italiani che si erano appassionati alle sue imprese, alla sua rivalità con Gino Bartali e anche allo scandalo suscitato per la sua relazione extraconiugale con Giulia Occhini: il 2 gennaio il più enigmatico e famoso campione di tutti i tempi, muore per i postumi di una malaria contratta durante un safari in Africa e troppo tardi diagnosticata. Solo la Settimana Incom dedicherà un servizio all'avvenimento.
Ma di Coppi, della sua rivalità con Gino Bartali, i cinegiornali continueranno ad occuparsi ben oltre la sua morte, come dimostra questo servizio del Caleidoscopio Ciac datato 1979.
E non solo: si assegnano premi alla sua memoria, si coniano medaglie che ne commemorano la vita, si erigono cappelle dedicate a lui e a suo fratello Serse e Gianni Brera, il più famoso girnalista sportivo del dopoguerra, gli dedica un libro: Coppi e il diavolo.