Archivio CinematograficoDocumentariDocumentari Astra (1954-1960)43 documentari Vedi tutta la collezioneCollezione di cortometraggi, soprattutto degli anni Cinquanta, in cinemascope e suono stereofonico, prodotta dalla Astra Cinematografica e acquisita dall’Istituto Luce per arricchire il suo archivio. Celebri registi hanno firmato la produzione documentaristica dell’Astra, organizzata da Geo Tapparelli, fra cui ricordiamo Damiano Damiani, Romolo Marcellini, Vittorio Gallo, Vittorio De Seta e molti altri. Faticose e tradizionali attività di pescatori di mare e di laguna nel sud e nord Italia, giornate di butteri in Maremma e di cacciatori nelle valli di Comacchio, occupazioni di “gente semplice” e laboriosa su isole della penisola, tradizioni folcloristiche e feste storiche, imprese subacquee e sport invernali, celebri località turistiche, “arti e mestieri”, moda italiana, disoccupazione e lavoro, sono alcuni dei soggetti che risaltano in questa raccolta di pellicole Astra. Se il regista D. Damiani gira per la casa cinematografica di produzione e distribuzione Astra documentari che ritraggono e narrano la vita semplice e dura di pescatori e di gente ai margini della società, R. Marcellini firma una serie di pellicole sulle imprese subacquee del primatista mondiale di immersione senza respiratore R. Bucher e sulle bellezze, attività e attrazioni turistiche di Capri. Se G.L. Polidoro compare come un documentarista specializzato in riprese di vita, attività e tradizioni della “laguna” veneta in particolare, C. Capriata come un regista volto a ritrarre “la vita di Maremma”, le attività dei cow-boys maremmani al seguito di mandrie o di prede in “romantiche distese” non ancora toccate dal progresso. Se S. Casara realizza cortometraggi Astra dedicati a località e sport invernali dell’arco alpino, V. Gallo si distingue per incursioni documentaristiche negli atelier di moda romani tra “indossatrici”, “sete e velluti” e per vivaci inquadrature di storiche “piazze d’Italia”. Se G. Briani cura la regia di collane intitolate ora a “Delle Arti e dei Mestieri” ora ai “Mestieri difficili”, noti autori come V. De Seta e V. Solito realizzano corti come “Contadini del mare” sulla mattanza dei tonni in Sicilia, e “Itinerario tiburtino” su un itinerario turistico-fluviale alle porte di Roma. Se G. Passante firma nei primi anni Cinquanta un gruppo di cortometraggi a sfondo sociale che raccontano di manodopera disoccupata, di interventi statali per l’avviamento al lavoro e l’occupazione, di attività e sviluppo industriale in “terra lombarda”, di “gente di cantiere” e di fenomeni collettivi come la “futoromania”, G.L. Rondi nel 1964 va alla “scoperta di Roma” vista dall’alto.