Archivio fotografico OLD

L’archivio fotografico dell’Istituto Luce, con il suo patrimonio di oltre 3 milioni di immagini, documenta tutto il Novecento ed è una fedele cronaca dei cambiamenti del nostro Paese. I fondi di prima acquisizione e di produzione istituzionale coprono un arco temporale esteso, raccontando eventi, paesaggi, mutamenti sociali dal 1919 al 1956: sono on-line le immagini scattate dal fotografo Adolfo Porry Pastorel, le fotografie del Fondo Luce articolato nei diversi “reparti” interni sull’Attualità, i paesaggi e monumenti d’Italia, l’Africa Orientale Italiana, la guerra. Altri fondi acquisiti dal dopoguerra in poi documentano la società italiana dal 1948 fino ai giorni: sul sito sono consultabili le immagini dell’Agenzia Dial-Press, che raccontano gli anni della Dolce vita a Roma e gli scatti dell’Agenzia Foto V.E.D.O che descrivono la politica e il costume in Italia dal 1948 al 1965.

Fondo Pastorel

Il Fondo Pastorel consta di 1659 negativi, ed ha come estremi cronologici il 1919 ed il 1923. Le immagini catalogate e visibili on line sono 1641. Nella seduta del consiglio di amministrazione del 31 gennaio 1931 l’Istituto decise l’acquisto di parte del materiale realizzato dal fotoreporter Adolfo Porry Pastorel: furono infatti acquisiti 25000 negativi dell’Italia liberale e pre-fascista

Adolfo Porry Pastorel (1888-1959) considerato il padre fondatore del foto-giornalismo in Italia, documentò, nelle immagini acquisite, avvenimenti politici, sociali, di costume del nostro Paese dal 1919 al 1923. Tra i servizi politici del fondo le immagini del ritorno del Ministro Orlando dalla Conferenza di Parigi, l’adunata fascista all’Arenaccia, la Marcia su Roma; tra i ritratti del costume e della società degli anni Venti le fotografie di donne aviatrici, spazzine, automobiliste, gli scatti sui trasporti dell’epoca, gli appuntamenti di moda, qualche flash sulla cronaca nera

Fondo Luce

Il fondo di produzione istituzionale Luce è costituito da circa 255.000 negativi suddivisi in Attualità (155.000 immagini), Serie L Paesaggi e monumenti d’Italia (8000), Africa Orientale Italiana (10135), Guerra (71648). Il primo nucleo del Servizio fotografico costituito nel 1927 presso l’Istituto Luce è il reparto delle “attualità”; un anno dopo, a seguito di una convenzione tra Istituto Luce e Ministero della Pubblica Istruzione – se ne leggano gli approfondimenti nella sezione specifica – si decide la creazione di un reparto di documentazione del “Paesaggio Italiano”, la Serie L. Nel corso degli anni trenta il Servizio fotografico si amplia con la costituzione del Reparto “Africa Orientale Italiana” (1935) e del reparto “guerra” (1940). In molti casi i fotografi affiancavano gli operatori cinematografici nella ripresa degli avvenimenti di regime; a volte seguivano avvenimenti che il reparto cinematografico aveva ignorato. Gli scatti autorizzati erano destinati alla stampa italiana ed estera, per corredare pagine di quotidiani e riviste illustrate. In grassetto nelle schede di descrizione si riportano i titoli originali tratti dai cataloghi a stampa coevi.

Riportiamo alcuni brani tratti dall’opuscolo stampato a Roma nel 1934, con la prefazione del presidente dell’Istituto Nazionale Luce, il conte Paulucci di Calboli, “Origine, organizzazione e attività dell’Istituto Nazionale Luce”.
“Nel 1927…per volere del Capo del Governo, si istituì il servizio fotografico di ripresa delle attualità nazionali e di divulgazione del materiale così raccolto, e nel 1928 la LUCE venne anche incaricata della raccolta di fotografie per la documentazione delle bellezze paesistiche e delle opere d’arte italiane, che costituisce oggi l’Archivio Fotografico Nazionale”. Il Regio Decreto 24 gennaio 1929, n.122 dichiarava l’Istituto LUCE “unico organo fotografico dello Stato per la documentazione ufficiale degli avvenimenti nazionali”. L’Istituto Luce “distribuisce le riprese fotografiche di attualità… alla stampa italiana ed estera, agli Enti, alle organizzazioni preposte alla propaganda delle opere del Regime”. Quanto alla documentazione fotografica su monumenti e paesaggi viene ricordata la convenzione firmata con il Ministero della Pubblica Istruzione che attribuiva al Luce “il materiale esistente nel gabinetto fotografico della Direzione Generale delle Belle Arti allo scopo di coordinarlo e completarlo”. Sulla originaria vocazione conservativa dell’Istituto Luce si legge ancora: “Questo materiale non ha soltanto valore immediato di attualità, ma costituisce anche un’importante raccolta di documentazione retrospettiva, opportunamente catalogata in un archivio dove i negativi e i positivi sono distinti, in ordine cronologico, per soggetti e per avvenimenti”.
Oggi i materiali fotografici trovano all’interno dell’Archivio una loro collocazione ed un ordinamento che segue i criteri originali con cui sono stati trasmessi, con una suddivisione tematica in fondi distinti ” Attualità”, “Reparto Guerra”, “Africa Orientale Italiana” al cui interno gli avvenimenti documentati seguono un ordine cronologico ed ogni singola immagine possiede un numero di inventario progressivo ed univoco.

Fondo Dial

Le 54697 immagini dell’Agenzia Dial-Press acquisite e conservate nell’archivio dell’Istituto Luce raccontano gli anni della “dolce vita” a Roma. Partenze e arrivi di star dello spettacolo (altissimo il numero delle fotografie scattate agli aeroporti di Ciampino prima, Fiumicino poi: circa 1500) passeggiate di celebrità in via Veneto (sono 147 le schede associate al luogo) eventi organizzati da enti cinematografici (385, ma solo la voce “cinema” ha 1454 occorrenze), ritrovi di cronaca mondana (5594 schede), servizi di stelle, stelline, aspiranti attrici, ritratte, anche attraverso il buco della serratura, in casa, in campagna: il variopinto mondo dello spettacolo “spadroneggia” nel fondo

Tra i protagonisti spiccano Claudia Cardinale, con 386 schede, Alberto Sordi 341, Anita Ekberg 233, Gassman 209, Magnani 196; la “Lollo” ne ha 128, la Loren 88. Tra i registi più ritratti Pasolini (235 occorrenze), De Sica( 221) Visconti (157); molto presenti nel fondo i produttori De Laurentiis (224) e Goffredo Lombardo (101 schede). Il mondo del teatro (un migliaio di schede) richiamava ancora l’attenzione dei fotografi, la televisione era ancora marginale(144 schede). Anche la letteratura (circa 450 schede), in occasione della presentazione di libri, dell’assegnazione di premi – dal prestigioso Strega (142) al più mondano Tor Margana (108) – è ben rappresentata nel fondo; l’arte è protagonista in 696 schede su mostre e musei. La politica (559 schede) è seguita nelle scadenze istituzionali (elezioni, comizi elettorali, congressi di partito). Tra i protagonisti della vita politica più presenti in archivio i presidenti della Repubblica (Gronchi 282, Segni 154) Alberto Folchi (270) e Umberto Tupini (115) come ministri dello spettacolo, Fanfani (179) Leone (115). Altri temi documentati dalle immagini del fondo i rapporti culturali, commerciali con altri paesi (52 relazioni internazionali, 81 rapporti bilaterali con Usa, 88 con i sovietici, 79 con gli inglesi 46 con i francesi, 49 con i giapponesi). Infine, ben raffigurate le famiglie delle celebrità (307 schede), e i bambini (265), ritratti in quanto figli d’arte

Fondo Vedo

Acronimo di Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, l’Agenzia fotografica V.E.D.O. fu fondata nel 1908 da Adolfo Porry Pastorel. Sono state catalogate e rese quindi consultabili on line 168.299 immagini scattate tra il 1954 e il 1964. L’archivio acquisito dal Luce documenta la vita politica e il costume del Paese dal 1948 al 1965. Dal punto di vista dei contenuti il “soggetto” prevalente nel fondo è il tema politico: superano le cento schede di presenza (i record di occorrenza) soltanto i rappresentanti del mondo politico, dai presidenti della repubblica o presidenti del consiglio (Antonio Segni 451 schede, Giovanni Gronchi 373) agli esponenti di spicco dei partiti di governo e dell’opposizione (Fanfani 403, Pella 248, Moro 251, Saragat 238, Colombo 221, Nenni 200, Togliatti 131)

Scegliendo come soglia le 50 schede di “presenza” nella banca dati troviamo, oltre i politici, il mondo dello spettacolo: Lollobrigida (83 occorrenze), Gassman (68) Loren (62), De Sica ex aequo con Tognazzi (55) Magnani (54). Altri temi documentati dalle immagini del fondo Vedo sono avvenimenti di carattere religioso (ritratti di alti prelati, matrimoni, conferenze) episodi di cronaca (487 schede, dal caso Montesi o dal delitto Martirano, alle immagini di incendi, incidenti stradali) rapporti politici, culturali, commerciali con altri paesi (66 relazioni internazionali, 124 rapporti bilaterali con Usa, 32 con i sovietici, 46 con i francesi, 44 con gli inglesi). Molto ritratti anche i bambini (320): siano essi mascherati, pittori, trovatelli, alunni meritevoli…Palazzi e strade (quasi esclusivamente di Roma) sono sempre uno scenario per attori e politici, mai soggetti di fotografie con finalità artistiche

Fondo Teatro

Il Fondo Teatro rappresenta una fonte privilegiata per la storia del teatro italiano degli anni Trenta e Quaranta, grazie ad una importante panoramica sui volti degli attori, sugli spazi scenici e sulle scenografie più importanti del periodo.Le immagini del Fondo Teatro conservate presso l’Archivio Storico Luce testimoniano anche un momento di evoluzione della storia della fotografia dello spettacolo, in quanto si pongono in quel particolare passaggio stilistico che va dalla tradizione ritrattistica ottocentesca (in studio e in posa) ad un linguaggio espressivo più moderno, con inquadrature meno statiche e meno formali

Il regime fascista considera il teatro un ottimo strumento di propaganda e promuove iniziative popolari come il Sabato Teatrale Fascista o i Carri di Tespi, il carro teatrale ambulante che, mettendo in scena importanti opere teatrali, aveva il compito di innalzare il livello culturale dei cittadini.
Gli operatori Luce seguono nei più importanti teatri del periodo, a Roma (Terme di Caracalla), Milano, Venezia, Firenze (Giardini di Boboli), Napoli, Siracusa (teatro greco), almeno due generazioni di grandi artisti legati al mondo del teatro
Tra gli attori raffigurati sono presenti infatti Angelo Musco, le sorelle Grammatica, Ruggero Ruggeri, e poi quei giovani che saranno di li a poco divenuti protagonisti della nuova scena come Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, Elsa Merlini, Gino Cervi, Paola Borboni, Rina Morelli, Paolo Stoppa, Andreina Pagnani, e le compagnie teatrali più importanti del tempo come la Cimara-Maltagliati, la Ricci-Adani, quella di Ermete Zacconi, e quella di Sergio Tòfano.
All’interno del fondo sono presenti anche immagini relative al teatro inteso come spazio architettonico, con inquadrature del palcoscenico, della platea e delle scenografie

Fondo Cinema Muto

Il fondo Cinema muto è costituito per la maggior parte da fotogrammi cinematografici originali dei primi del Novecento riguardanti scene tratte da film muti. La particolarità del fondo è la presenza di pellicola imbibita, ossia trattata con una particolare tecnica di colorazione utilizzata in quel periodo nella realizzazione di film muti, che consisteva nell’immergere la pellicola già sviluppata in una soluzione di acqua e anilina, facendo così colorare solo le parti più chiare. Questa tecnica permetteva di colorare le scene a seconda dello stato d’animo dell’attore

Il materiale ha come protagoniste le più importanti dive del cinema muto italiano, da Lyda Borelli attrice teatrale e cinematografica, ma soprattutto “diva” per eccellenza, a Francesca Bertini, a Eleonora Duse, a Leda Gys, a Pina Menichelli.
Sono presenti anche ma i volti del cinema comico italiano e straniero, come Ferdinand Guillaume (meglio conosciuto come Polidore), Raymond Frau, Armando Pilotti.
In questo fondo è presente anche una parte dedicata agli scenari della Prima Guerra Mondiale

Fondo Amoroso

Il materiale fotografico di Amoroso conservato nell’Archivio dell’Istituto Luce copre un arco temporale cha va dagli anni ’30 ai primi anni ’50. Nel catalogo redatto al momento dell’acquisizione i negativi sono numerati fino al 7226 e ne risultano digitalizzati 3529. I soggetti sono i più disparati e rispecchiano la poliedricità dell’autore: manifestazioni militari e di regime, ritratti di familiari, set cinematografici, eventi sportivi, cronache della Casa Reale, bombardamenti? La città di Napoli è spesso lo sfondo o la protagonista degli scatti realizzati da Amoroso o da qualche collaboratore

Roberto Amoroso (Napoli, 1911-1994) inizia a lavorare nel cinema come pianista-accompagnatore durante la proiezione dei film muti, poi passa dietro alla macchina da presa e diventa il corrispondente da Napoli per le testate della Fox e dell’Istituto Luce. Negli anni ’30 intraprende anche la carriera di fotoreporter per quotidiani sportivi come La Gazzetta dello sport e il Littoriale, stringendo amicizia con personalità del calibro di Sallustro, Carnera e Guerra. In quel periodo apre uno studio-laboratorio in piazza del Plebiscito sotto i portici di San Francesco di Paola ed istituisce una specie di Domenica sportiva ante-litteram presso la birreria di famiglia in piazza Garibaldi. Alla fine del secondo conflitto mondiale passa al cinema di finzione producendo, dirigendo e sceneggiando film, spesso di ambientazione napoletana, tra i quali vanno ricordati Donatella (1956) di Mario Monicelli e La garçonnière (1960) di Giuseppe De Sanctis

Master Photo

Acquistato nel 2000 il fondo Master Photo si compone di circa due milioni di scatti che coprono gli anni che vanno dai settanta alla fine dei novanta. In questa sezione sono presenti circa 52.000 diapositive a colori che partono dagli anni ottanta. Si tratta di materiale in corso di catalogazione e per questo motivo con informazioni largamente incomplete, spesso contenenti solo il titolo della scheda. Ciò nonostante, trattandosi foto su anni non presenti negli altri archivi Luce ci è sembrato utile iniziare ad inserirle, aggiornandole man mano che procederà la catalogazione

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