Archivio CinematograficoDocumentariDocumentari Incom (1938-1965)474 documentari Vedi tutta la collezioneCollezione di documentari, prodotta dalla casa cinematografica INCOM (Industria Corti Metraggi) di Sandro Pallavicini, fa parte del materiale acquisito dall’Istituto Luce per arricchire il suo archivio. La INCOM rappresentò, al suo nascere (nel 1938), l’intervento dell’iniziativa privata nel campo del cortometraggio di propaganda e di cultura generale allora seminato dall’Istituto Nazionale Luce. Sin dall’inizio la casa di produzione si distinse per un modello innovativo di documentario dalle tinte narrative, capace di drammatizzare la materia informativa, di “creare attorno al materiale documentario una piccola storia”, di contaminare, cioè, il genere documentaristico con ingredienti da cinema di “fiction”. Dai corti di guerra e propaganda politica, di soggetto culturale e “d’autore”, della fine degli anni Trenta / inizio degli anni Quaranta, si passa ai documentari di vita politica ufficiale, d’attualità, didattico-scolastici, scientifici, storico-artistici e turistici degli anni Cinquanta e Sessanta Fondata nel 1938 da Sandro Pallavicini, con l’appoggio di Luigi Freddi, la nuova società cinematografica specializzata nella produzione di cortometraggi, si presentò alla ribalta degli schermi italiani – entrando in competizione con l’ente parastatale Luce – con una serie di documentari di propaganda politica sulla guerra di Spagna: “Espana, una, grande, libre!” realizzato dall’allora direttore artistico G. Ferroni, mescolava riprese dal vero con scene ricostruite in un teatro di posa. Nei successivi primi anni Quaranta, accanto a una produzione di documentari bellici girati sul fronte orientale, di cortometraggi sulla mobilitazione del fronte interno o di film di propaganda industriale incentrati sullo sforzo delle “officine” Fiat in tempo di guerra, la Incom sfruttò la maestria di grandi registi come Rossellini, Paolella, Dell’Anno, Francisci e molti altri, per un tipo di produzione “spoliticizzata” di alta qualità tecnico-formale, di soggetto vario, genericamente culturale, che raccontasse di “fantasie sottomarine”, che illustrasse le bellezze storico-artistiche, architettoniche e paesaggistiche d’Italia, che invitasse alla musica, che svelasse i procedimenti dei moderni mezzi di comunicazione di massa (dalla carta stampata al cinema) e i segreti della pubblicità. Tra il 1940 e il 1942 il pioniere del cartone animato italiano Liberio Pensuti realizzò per la Incom celebri, ironici e propagandistici cortometraggi d’animazione. Nell’immediato dopoguerra, a partire dal 1946, nel nuovo contesto dell’Italia democratica, l’emblema della INCOM tornò sugli schermi cinematografici della penisola non solo in testa a documentari, ma anche in apertura di una nuova testata cinegiornalistica. Nel settore del corto e del mediometraggio, la Incom degli anni della ricostruzione e del boom economico dedicò a capi di governo, a presidenti e pontefici, filmati ricchi di immagini di repertorio riassuntivi del loro operato; lavorò per la scuola realizzando documentari didattico-scientifici e divulgativi; sfornò documentari vari d’attualità su fatti di cronaca, eventi sportivi, rassegne internazionali, imprese subacquee e celebrazioni religiose; curò l’uscita di serie come “Arcobaleno italico” degli anni Cinquanta su itinerari turistici regionali; confezionò filmati storici sulla svolta repubblicana del paese e pellicole sull’ “Italia in cammino”.