Caio Mario Garrubba, il fotoreporter 11 Aprile 2018 L'archivio inedito / Polvere d'Archivio L’intero Archivio di Caio Mario Garrubba, acquistato dall’Archivio Storico dell’Istituto Luce nel febbraio 2017, è costituito da circa 60.000 negativi e 40.000 diapositive, oltre ad un gran numero di stampe vintage. Il fondo è in corso di digitalizzazione e di catalogazione. Caio Mario Garrubba è uno dei grandi fotoreporter italiani, ha iniziato a fotografare nel 1953 durante un suo viaggio nella Spagna di Franco. Nato a Napoli nel 1923, dopo la maturità classica studia prima medicina poi filosofia all’università senza mai conseguire la laurea. Ma la sua vera passione è l’arte, che imparerà a conoscere a fondo leggendo e studiando all’interno della vasta biblioteca di famiglia. E sarà proprio la storia dell’arte a formare il suo sguardo di fotografo. Sposa la causa del comunismo, che lo porterà spesso, durante la sua vita, a viaggiare e a fotografare nei paesi del Blocco Sovietico. Venne definito da Goffredo Parise il “fotografo del comunismo”, nel comunismo vedeva una speranza. Nelle fotografie di Caio Mario Garrubba è la condizione dell’uomo, l’umanità il tema portante. I suoi reportage sono figli della strada e delle lunghe passeggiate che faceva prima di scattare una foto, alla ricerca degli sguardi, della vita delle persone e della quotidianità. Garrubba è sempre stato un fotografo indipendente, ha lavorato poco su commissione, voleva scegliere lui cosa fotografare.Intervista con Alla Folomietova, moglie di Caio Mario Garrubba.Nel 1961, durante la realizzazione di un reportage in Polonia, l’incontro con la sua amata moglie Alla Folomietov, compagna di vita e assistente durante i suoi viaggi. Era un fotografo viaggiatore, i suoi reportage lo hanno portato in giro per il mondo, in Unione Sovietica, nei paesi comunisti, nella Cina di Mao (è stato il secondo fotoreporter dopo Cartier Bresson ad entrarvi) e poi gli Stati Uniti, Haiti, il Marocco, il Brasile, solo per citare alcuni dei paesi fotografati. Anche in Italia ha viaggiato in lungo e in largo con la sua macchina fotografica lasciando dei celebri reportage su Napoli, sua città natia, alla quale si sentiva molto legato, e sulla Calabria, terra di origine della sua famiglia e nella quale ha vissuto la sua infanzia. Nel 2000 cessa la sua attività di fotografo, dedicandosi al suo archivio e alla realizzazione di libri fotografici. Caio Mario Garrubba si spegne nel 2015, all’età di 92 anni, a Spoleto, città nella quale viveva da molti anni.