I fondi fotografici dell’archivio
- Fondo Pastorel (1919-1923)
- Fondo Amoroso (1938-1941)
- Fondo Cinema muto (1898-1922)
- Reparto Attualità (1927-1956)
- Serie L (1926-1933)
- Reparto Africa Orientale Italiana (1935-1938)
- Reparto Guerra (1940-1944)
- Reparto Guerra di Spagna (1936-1939)
- Reparto Albania (1939-1943)
- Fondo Grazia e Giustizia (1951)
- Fondo Teatro (1935-1942)
- Fondo DIAL (1951-1967)
- Fondo VEDO (1948-1965)
- Fondo MasterPhoto (1980-2000)
- Fondo Settanni (1966-2010)
- Fondo Caio Mario Garrubba (1953-2000)
Il materiale fotografico di Amoroso conservato nell'Archivio dell'Istituto Luce copre un arco temporale cha va dagli anni '30 ai primi anni '50. Nel catalogo redatto al momento dell'acquisizione i negativi sono numerati fino al 7226 e ne risultano digitalizzati 5585. I soggetti sono i più disparati e rispecchiano la poliedricità dell'autore: manifestazioni militari e di regime, ritratti di familiari, set cinematografici, eventi sportivi, cronache della Casa Reale, bombardamenti. La città di Napoli è spesso lo sfondo o la protagonista degli scatti realizzati da Amoroso o da qualche collaboratore.
Cenni storici
Roberto Amoroso (Napoli, 1911-1994) inizia a lavorare nel cinema come pianista-accompagnatore durante la proiezione dei film muti, poi passa dietro alla macchina da presa e diventa il corrispondente da Napoli per le testate della Fox e dell'Istituto Luce. Negli anni '30 intraprende anche la carriera di fotoreporter per quotidiani sportivi come La Gazzetta dello sport e il Littoriale, stringendo amicizia con personalità del calibro di Sallustro, Carnera e Guerra. In quel periodo apre uno studio-laboratorio in piazza del Plebiscito sotto i portici di San Francesco di Paola ed istituisce una specie di Domenica sportiva ante-litteram presso la birreria di famiglia in piazza Garibaldi. Alla fine del secondo conflitto mondiale passa al cinema di finzione producendo, dirigendo e sceneggiando film, spesso di ambientazione napoletana, tra i quali vanno ricordati Donatella (1956) di Mario Monicelli e La garçonnière (1960) di Giuseppe De Sanctis.
Materiale conservato
Le immagini del Fondo Amoroso acquisite dall'archivio sono per la maggior parte su lastre di vetro e pellicola piana di formato 9×12 e in quantità minore su pellicola di formato 6×6.