La conquista del K2

La spedizione alpinistica italiana, guidata da Ardito Desio, conquista la vetta del K2

Il 31 luglio del 1954 Achille Compagnoni e Lino Lacedelli violarono la seconda vetta più alta del mondo, il K2. I due facevano parte della spedizione capitanata dall’esploratore e geologo Ardito Desio. Il gruppo era  composto di 23 alpinisti e 5 ricercatori, tra i quali vanno ricordati Walter Bonatti, Mario Fantin e il pakistano Amir Mahdi.

La spedizione fu seguita da molte polemiche che si protrassero per più di quarant’anni al termine dei quali Walter Bonatti vide riconosciuta la sua versione dei fatti rispetto a quanto aveva sostenuto Compagnoni, avallato da Desio.

Non m’interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos’era la cattiveria, ma ignoravo l’infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull’uso delle bombole, delle maschere, sull’orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l’uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l’ora in cui dettero l’assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l’impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari