Matera di Romolo Marcellini, 1951

Il film di Marcellini mostra la degradata realtà negli anni immediatamente seguenti la fine della guerra

Da un’inchiesta di Sandro De Feo, nasce questo documentario di Romolo Marcellini del 1951 nel quale protagonisti sono gli antichi rioni cittadini: “Città davvero singolare. Vista da lontano Matera può essere paragonata alla lettera M dell’alfabeto. Tra il vertice di mezzo e le aste laterali digradano due avvallamenti chiamati sassi e che hanno l’aspetto di crateri a metà dirupati. L’avvallamento superiore è detto sasso barisano, quello inferiore viene chiamato invece sasso caveoso. È specialmente in quest’ultima parte della città che sono ricavate nel tufo le cavese o grotte di abitazione“. Dentro questo alveare di pietra si addentrano le telecamere mostrando una realtà degradata. Talmente degradata che il realismo di alcune scene spinse la commissione di censura a concedere il nulla osta per l’Italia ma, di fronte a una richiesta di esportazione in Gran Bretagna, a chiedere che “siano eliminate le scene in cui appaiono animali addetti ai lavori agricoli convivere nelle case degli abitanti in quanto esse possono suscitare errati e dannosi apprezzamenti sul nostro Paese“. Fu l’intervento dell’ERP (Economic Cooperation Administration), che finanziava il documentario, a impedire che ciò avvenisse ritenendo fosse molto importante presentare all’estero la situazione di degrado, proprio per sottolineare lo sforzo di rinascita dell’Italia.