Veduta del vecchio quartiere di Torre Argentina prima delle demolizioni, 1926
Veduta, dall'alto, del cantiere di demolizioni del vecchio quartiere di Torre Argentina sul lato della via del Teatro Argentina, 1927
Tempio di Ercole nella zona di piazza Argentina, 1927
Largo di Torre Argentina con l'area archeologica transennata per i lavori di sistemazione, 1928
Veduta del cantiere di demolizioni e scavi aperto nell'area antistante il Teatro Argentina con i resti del tempio "A" scoperti, 1928
Stato degli scavi in corso nell'area archeologica di Torre Argentina. Sulla destra in primo piano il tempio circolare "B" in corso di scoprimento, 1928
Torre Argentina, veduta degli scavi, 1928
L'area archeologica di Torre Argentina durante i lavori di demolizione e scavo, 1928
L'area archeologica di Torre Argentina durante i lavori di demolizione e scavo, 1928
L'area sacra di Torre Argentina vista dall'alto, 1928
Vista dall'alto dell'area sacra di Torre Argentina, 1928
Scorcio dell'area sacra di Largo Argentina, 1929
L'area sacra di Torre Argentina, 1929
I frammenti della statua in marmo di una divinità femminile collocati sotto una tettoia allestita nell'area archeologica, 1931
L'area Sacra di Largo Argentinaapre finalmente al pubblico.Sono terminati i lavori di ripristino del sito archeologicofamoso per la presenza di importanti edifici e strutture sacre a partire dall'età repubblicana. Dal 20 giugno, attraverso unpercorso su passerella trale antiche rovine,i visitatori possono ammirare da vicino i templi e i numerosi reperti archeologicivenuti allo scopertodagli scavi e dalle demolizioni tra il 1926 e il 1930.
Queste foto esclusive dell’Archivio Luce mostrano i lavori che scoprirono l’area sacra di Largo Argentina, portando alla luce i quattro templi che la compongono.
Per quasi un secolo è stato possibile vedere queste meraviglie solo affacciandosi dalle balaustre che proteggevano le rovine.Da 20 giugno sipuò quasi camminare sulla storiaedammirare i quattro templi di età compresa tra il IV e il I secolo a.C. e anchei resti che custodiscono il basamento di tufo della Curia di Pompeo, luogo dell'assassinio di Giulio Cesare.
