Ciao Nicola

È morto Nicola Caracciolo, giornalista, storico che molto ha lavorato con i materiali dell'Archivio Luce

Ci ha lasciato nei giorni scorsi Nicola Caracciolo, giornalista e storico che dopo aver lavorato come inviato per testate come La Stampa e L’Espresso, è approdato in Rai come autore di documentari.

Tra gli anni Novanta e i primi del nuovo secolo Caracciolo ha lavorato molto all’Istituto Luce e con il materiale dell’Istituto Luce. Tra gli altri titoli ricordiamo: I 600 giorni di Salò del 1992 realizzato con Valerio Marino e nel quale si raccontano i quasi due anni della Repubblica Sociale; Balconi e cannoni del 1995, in cui sono raccolti con meticolosa attenzione i discorsi di Mussolini; Edda Mussolini racconta del 2004, in cui la figlia di Mussolini parla di se, del marito e dei genitori senza reticenze; La Roma del Luce del 2007 realizzato con Gianni Borgna, una raccolta delle più belle immagini che il Luce ha girato, tra il 1926 ed il 1943, sulla città eterna, i suoi monumenti, i suoi cambiamenti ed i suoi abitanti; La favola triste del Re di maggio del 2009, un ritratto di Umberto II di Savoia.

 

Fotogrammi tratti dal documentario La Roma del Luce

Le persone con cui Nicola Caracciolo ha lavorato all’Istituto Luce lo raccontano tutte come un vero signore: “Nicola era un uomo gentile, generoso, colto e raffinato che ha saputo raccontare la Storia in maniera chiara ed efficace conservando sempre lucidità ed obiettività” così Nathalie Giacobino, che con lui ha iniziato il suo lavoro all’Istituto Luce prima come assistente al montaggio e poi come ricercatrice.

Per me non è stato solo un giornalista o il primo regista dell’inizio della mia carriera da montatrice, ma una persona cara, un nonno che si preoccupava di fare il regalo di Natale alla troupe intera. Un signore vero, un principe d’altri tempi come effettivamente davvero era“. Così invece Patrizia Penzo che affiancò Angela Monfortese, la montatrice di Caracciolo, nei suoi primi lavori al Luce.

Ricordo intense giornate in moviola a visionare e selezionare cinegiornali e documentari dell’Archivio del Luce che all’epoca non era digitalizzato e la ricerca dei materiali era lunga e laboriosa. Ricordo quando Nicola arrivava a Cinecittà con il suo incedere inconfondibile e dopo essersi preparato una grande tazza di tè nero iniziava la giornata” questa è ancora Nathalie.

Conclude Patrizia: “Raccontava i fatti, ma di più raccontava il personaggio cogliendone le espressioni, gli sguardi. Dopo aver visionato ore e ore di materiale con Nathalie, metteva in fila quello che definiva ironicamente un “salsiccione” e a cui poi si doveva dare un senso logico e storico. Facemmo la storia di Mussolini e del suo tempo per 8 anni di seguito. Abbiamo raccontato tutto ciò si potesse raccontare, sapendo che amava dettagliare il personaggio con un linguaggio semplice e tutto suo“.

Tutto questo è stato Nicola Caracciolo e per questo, per quanto ha fatto nel e per il nostro Archivio lo ringraziamo e lo salutiamo.

Gianni Borgna presenta la mostra La Roma del Luce curata da Nicola Caracciolo