Gianni Agnelli, un monarca nell’Italia repubblicana
Il 19 novembre 1953 Gianni Agnelli, di cui il 24 gennaio ricorre il ventennale della scomparsa, sposa Marella Caracciolo nella cattedrale di Strasburgo, dove il padre di lei aveva un incarico al Consiglio d’Europa. Le immagini del matrimonio sono inedite nel portale dell'Archivio: appartengono a un repertorio Incom di cui solo una parte venne montata in un cinegiornale. Il tono solenne con cui Guido Notari, storico commentatore dei Giornali Luce e della Settimana Incom, racconta l'evento dimostra di come la stampa italiana, orfana dei Savoia, considerasse la famiglia Agnelli quanto di più simile a una dinastia reale ci fosse nel nostro paese.
Fino a quel momento Agnelli era sembrato più interessato alla vita mondana che alle aziende di famiglia: feste esclusive, vacanze in giro per il mondo, weekend in barca con i personaggi più in vista nel jet set internazionale.
A metà degli anni Cinquanta inizia la scalata che lo porterà ai vertici della Fiat: nel 1959 assume la presidenza dell'IFI-Istituto Finanziario Industriale; nel 1963 è nominato amministratore delegato della Fiat, di cui, dal 1966, assume la presidenza che manterrà per un trentennio continuando ad occuparsene anche dopo aver ceduto, nel 1996, il comando a Cesare Romiti.
Gianni Agnelli tra fine anni Cinquanta e anni Novanta in 28 scatti dell'Archvio fotografico
Per chi è nato e cresciuto in questo paese nella seconda metà del secolo scorso, l’Avvocato Agnelli con la sua erre moscia, i modi impeccabili e l’orologio allacciato sopra il polsino della camicia è stato molte cose: la Fiat, innanzi tutto, con gli stabilimenti di Mirafiori e le tute blu al lavoro, con le lotte sindacali, l’autunno caldo, conquiste fondamentali come lo Statuto dei lavoratori e poi la marcia dei 40.000, che segna la prima grande sconfitta sindacale; Agnelli è Torino, la sua nobiltà sabauda, ed è la Juventus, la squadra più amata e più odiata del panorama calcistico italiano, quella che vince tutto perché ha i campioni migliori secondo i suoi tifosi e gli arbitri sempre dalla sua parte secondo i suoi detrattori.
Agnelli rappresenta le automobili italiane, prima la maggior parte e poi, quando la Fiat acquisterà la Lancia e l'Alfa Romeo, proprio tutte: la 500, l'850 e la 124 e, più avanti la Ritmo, la Panda e la Uno, tutte macchine che renderanno l'azienda italiana tra le più importanti nel mondo del settore automobilistico.
Infine Agnelli è il potere: là dove il nonno lo troviamo accanto a Mussolini, l'Avvocato, nominato senatore a vita dal 1 giugno 1991, si intrattiene spesso con Presidenti della Repubblica, e del Consiglio, ministri e uomini dell'alta finanza, trattando con loro da pari a pari.