Montecitorio

Il 20 novembre del 1918 si teneva la prima seduta nel nuovo emiciclo di Montecitorio

Nel documentario che presentiamo qui sopra Romolo Marcellini e Vittorio Gorresio ci guidano all’interno di Montecitorio. È una giornata particolare quella del 31 luglio 1947, non casualmente scelta dai giornalisti: l’Assemblea Costituente è chiamata a ratificare il trattato di pace, firmato a Parigi da Carlo Sforza il dieci febbraio 1947. L’Italia fu costretta a restituire territori a francesi, Jugoslavi e Greci e a rinunciare a tutte le sue colonie.

Dall’alza bandiera all’arrivo dei primi deputati, entriamo nel Transatlantico dove gli onorevoli firmano il registro di presenza e poi iniziano la giornata lavorativa. Ma il documentario ci mostra anche alcune curiosità: il punto di vendita dei tabacchi, la banca interna e il barbiere con tanto di deputato che si fa fare la barba.

Si passa poi all’aula: le pulizie, il controllo dei microfoni e poi finalmente entrano i parlamentari. Iniziano gli interventi, ma l’aula è ancora mezza vuota. Intervallo per il pranzo i deputati escono. Alle cinque riprende la seduta: questa volta l’aula è piena e lo sono anche le tribune. Nenni e De Gasperi battibeccano tra di loro. Poi si arriva il voto: gli onorevoli sfilano davanti al banco del governo: l’Assemblea Costituente ratifica il trattato di pace che Terracini firma. I voti favorevoli saranno 262, 68 i contrari e 80 gli astenuti.

In dodici scatti la Camera dei Deputati dalla fine degli anni Venti agli anni Cinquanta

La prima seduta della Camera nella nuova Aula si tiene il 20 novembre del 1918: la seduta della Vittoria, ci ricorda La Stampa del giorno successivo, durante la quale i deputati inneggiano unanimemente all’Esercito e alla Marina. Poi nell’articolo racconta: “La nuovo aula di Montecitorio faceva naturalmente lo speso delle conversazioni. Le impressioni sull’aula erano disparate, ma predominava il giudizio benevolo. L’immensa sala, dove predominano il rosso cupo delle pareti e la tinta scura del legno, di cui è in gran parte rivestita, veniva giudicata. nobile, severa e soprattutto comoda: degna insomma di un Parlamento. L’ammirazione si rivolgeva specialmente verso l’altorilievo di Davide Calandra ed il fregio pittorico di Sartorio“.