La scuola delle mogli

Tra gli anni '50 e i '60 i cinegionali non hanno dubbi: la donna deve essere prima di tutto una brava moglie

Questa però è un’altra facciata. Se lungo è il nome della scuola più breve è il suo motto e se l’emblema del cane domato dalla tigre è minaccioso, guardiamo la sostanza. Sull’altana del vecchio palazzo napoletano sorge la scuola delle mogli. Difficile immaginare un più fiorito programma scolastico. Nella cucina si insegna l’appetitosa chimica dei manicaretti: rimane sempre vero che gli uomini vanno presi per la gola. Repertorio completo di quel che una ragazza da marito deve sapere. Qui si forma la moglie a tutto fare“.

Tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta la scuola delle mogli sembre interessare molto i cinegiornali, soprattutto la Settimana Incom, che oltre a quello di apertura, datato 1951, gli dedica altri due servizi, uno del 1958 e uno, dalla Francia, del 1961. Gli uomini vanno presi per la gola, questo è evidente, sia che si tratti della scuola laica di Napoli, che di quella di suore di Torino che quella da Parigi.

Il divorzio è ancora lontano a venire e quindi La Settimana Incom ci ammonisce che “Quello di moglie infatti è uno dei più difficili mestieri. E quel che più conta è un mestiere che una volta abbracciato non si può più cambiare“.

In Francia pare che nel 1961 le donne siano aumentate rispetto agli uomini. La concorrenza si fa spietata. “Ciò significa che diventerà sempre più difficile trovar marito. Ecco perché a Parigi è stata aperta una vera e propria scuola per le mogli. La futura padrona di casa impara a fare i conti; a prendere il marito per la gola, preparandogli squisiti manicaretti e succulenti pranzetti. A non far bruciare i pasticcini quando li mette al forno. A rigovernare e a fare le compere al mercato. Così la domestica non farà più la cresta sulla spesa… La farà lei. Con una preparazione tanto accurata non è difficile battere la concorrenza e trovare un buon marito“.