“Bedda matri. Qui senza delitto d’onore a schifio finisce”

La violenza sulle donne, retaggio di secoli di patriarcato, è sintomo di una società malata

Bedda matri santissima. Qui senza delitto d’onore a schifio finisce” È il commento di un cinegiornale del non lontanissimo 1966 in coda ad una serie di interviste sull’abolizione dell’articolo sul delitto d’onore.

Per quanto il commento di un cinegiornale si possa considerare specchio degli usi e costumi dell’epoca, l’assenza in archivio di cinegiornali dedicati al tema della violenza sulle donne è ‘compensata’ dai commenti sessisti che abbondano nella maggior parte delle testate.

Il delitto d’onore ha i giorni contati, perciò se avete qualche piccola pendenza da regolare sbrigatevi. Presto eliminare le mogli e i seduttori della figlie diventerà un problema“. È incredibile, oggi, come un commento che pur volendo essere ironico finisca per apparire come un’istigazione e descriva un’epoca dove si è formato quell’humus culturale in cui queste violenze ancora oggi nascono.

Passeranno altri 15 anni da questo servizio per vedere la cancellazione del delitto d’onore.

In un altro servizio che commenta il documentario La donna nel mondo, la Incom pensa bene di intitolarlo Talvolta le donne sono belle: “Mbe’ adesso signore state un po’ zitte, perché si comincia. L’assunto del film è la ricerca di momenti caratteristici, e non sempre gradevoli, della vita delle donne. Signore piuttosto brutte, almeno per i nostri gusti, dominano lo schermo“. E si inquadrano donne di colore, in un bel mix di misoginia e razzismo.

Sono solo due esempi ma se ne potrebbero fare molti altri: in moltissimi servizi sulla moda i  commenti sessisti e a doppio senso non si contano.

La situazione sta cambiando? In parte sì, ma le statistiche ci dicono che la violenza sulle donne è in continuo aumento e che il modo di rapportarsi con l’universo femminile da parte di uomini, giornali e istituzioni non sembra essere molto dissimile da quello di 50-40 anni fa.