L’Assedio di Sarajevo

Attualità, di redazione, 8 Aprile 2022

Pino Settanni, l'autore delle fotografie che presentiamo nella galleria qui sotto, arriva a Sarajevo nel giugno del 1998, poco più di due anni dopo la fine dell'assedio che, inizato il 5 aprile del 1992, si era protratto  fino al febbraio del 1996. La Serbia attaccò la Bosnia Erzegovina dopo che questa aveva dichiarato la propria indipendenza. Quasi quattro anni di bombardamenti, di cecchini sui tetti e di vittime: dodicimila morti, più di cinquantamila feriti, una città che perse, comprendendo le migrazioni che seguirono, più del 65% della sua popolazione.

Settanni si muove nelle terre martoriate da anni di guerra e testimonianza le distruzioni passate accanto alle quali iniziano a scorgersi primi sprazzi di normalità: bambini che giocano, adulti che passeggiano, macchine sulla Ulica Zmaja od Bosne, il tristemente famoso viale dei cecchini.

Palazzo del Parlamento di Sarajevo danneggiato dai bombardamenti
Palazzo del quotidiano Oslobodenje a Sarajevo distrutto dai bombardamenti
Palazzo del Parlamento di Sarajevo distrutto dai bombardamenti
Le Torri gemelle UNIS di Sarajevo danneggiate dai bombardamenti
Prospetto di un palazzo di Sarajevo danneggiato dalla guerra
Bambini in un parco giochi a Sarajevo con i militari italiani. Sullo sfondo un palazzo danneggiato dalla guerra
Una giovane coppia cammina con un passeggino per le vie di Sarajevo. Sullo sfondo un palazzo danneggiato dalla guerra
Una coppia con bambino, una donna con bambino e un militare in strada tra edifici danneggiati dalla guerra
Palazzoni della periferia di Sarajevo danneggiati dalla guerra
Scritta WHY? tra due simboli della pace sul muro esterno del balcone del Centro giovanile Dom mladih Skenderija
Ulica Zmaja od Bosne, il tristemente famoso viale dei cecchini a Sarajevo
Hotel Bristol di Sarajevo, chiesa della Sacra Trasfigurazione e bambini in uno spazio giochi
Bambini a Sarajevo giocano in una grande vasca piena d'acqua
Un militare italiano provvede alla sminamento nel cimitero del Kosevo a Sarajevo
Il palazzo dell'Accademia delle belle arti a Sarajevo
Terrazzini interni di un edificio danneggiato dalla guerra con il bucato steso
Terrazzini di un edificio di mattoni danneggiato dalla guerra
Due uomini e una donna su un terrazzino di un edificio danneggiato dalla guerra
Un uomo e una bambina di fronte ad un palazzone di mattoni danneggiato dalla guerra
Una giovane ragazza davanti un muro crivellato di colpi
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Dopo la caduta del muro di Berlino ed il dissolversi del blocco sovietico, la storia non finì, come ipotizzato dallo storico Francis Fukuyama, ma, al contrario, prese a correre: nel 1990 inizia la Guerra del Golfo e nel 1991 quella in Jugoslavia; nel 1994 in Sud Africa termina l'Apartheid e Nelson Mandela diventa presidente del paese. Il mondo come era fino alla fine degli anni Ottanta cambiò radicalmente e nel 2001, solo dodici anno dopo la caduta del Muro, l'attentato alle Torri gemelle ci introduce nel nuovo secolo che vedrà, dall'Afganistan all'Iraq, dalla Siria alla Libia, fino all'Ucraina in questi giorni, una serie di conflitti che colpiscono soprattutto civili e che ci lasciano allibiti davanti ai televisori che trasmettono immagini che non avremmo maiimmaginato di rivedere e a cui rischiamo di assuefarci.

Sul set di Oltre il confine, film del 2003 di Rolando Colla, ambientato tra l’Italia e Sarajevo

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