Fondo Settanni (1966-2010)

Il materiale fotografico di Pino Settanni conservato nell'Archivio dell'Istituto Luce consta di 49.065 unità, frutto dell'attività professionale ed artistica del fotografo, che copre un arco temporale dal 1966 al 2010.
Sono state distinte 5 serie archivistiche divise per categorie di soggetti, rispecchiando la vasta attività ed i numerosi interessi artistici e culturali dell'autore, e tenendo in considerazione la divisione che lo stesso Settanni aveva definito nell'archiviazione e conservazione della sua produzione.
Il fotografo si è particolarmente distinto nella fotografia di soggetto artistico, rivelando una particolare attenzione per la figura umana ed il contesto sociale. Particolarmente importanti la ritrattistica del mondo dello spettacolo, e i progetti artistici con soggetti astratti realizzati sempre con al centro la figura umana.
Interessante anche l'attività di foto-reporter svolta all'inizio della sua carriera, e per lo Stato maggiore dell'Esercito italiano e per la Rai a cavallo tra i secoli XX e XXI in zone di guerra (Afghanistan, Balcani). La fotografia di reportage lo interessa come tutto ciò in cui sia presente l'uomo.

Cenni storici

Pino Settanni nasce a Grottaglie il 21 marzo 1949.
A 16 anni incomincia a appassionarsi alla fotografia utilizzando una macchina Zenit (di produzione russa), mentre è impiegato all'Italsider di Taranto inizialmente come studente operaio, dopo la maturità come impiegato.
Apre un piccolo studio fotografico a Piazza Italia a Taranto ricevendo numerose committenze private, ma la sua concezione della fotografia è solo come espressione artistica; sviluppa una particolare predisposizione per la ritrattistica, fotografa le prime manifestazioni operaie a Taranto, documentando la nascita dei sindacati in quell'area di nuova industrializzazione.
Il suo primo ritratto vincitore di premi è "Antico sentimento" raffigurante un operaio con in braccio una bambina; il fotografo e scrittore Giuseppe Alario lo convince a lasciare Taranto affinché possa esprimersi nel campo della fotografia artistica.
Si trasferisce a Torino, collabora con la UTET, poi a Roma: il suo primo lavoro nella capitale è con la pittrice Novella Parigini, che gli commissiona un servizio fotografico per la figlia. Sono anni difficili: vive in una pensione in via Margutta, e collabora come fotoreporter in testate giornalistiche, tra le quali il Mondo.
Nel 1975 incontra la gallerista Monique Gregori, che diventa sua moglie, ed entra nel mondo dell'arte: pubblica il primo libro "Voligrammi", una ricerca dell'ordine nel disordine.
Nel 1977 è la sua prima mostra fotografica a Roma: nasce progetto "Dialoghi sui minimi sistemi", basato sul recupero del difetto fotografico.
Nel 1978 conosce Renato Guttuso, e gli propone di reinterpretare fotograficamente in b/n la Sicilia alla quale si era ispirato per i suo quadri; Settanni diventa suo assistente e fotografo personale. Avranno un rapporto conflittuale.
Nel 1983 Settanni lascia Guttuso e riprende l'attività di fotografo a tempo pieno, non rinunciando alla concezione di pittura-fotografia.
Nel 1986 si reca a Parigi e partecipa alla Mois de la Photo con il progetto "Volo e Barocco".
Tornato a Roma si trasferisce in via di Ripetta e apre lo studio di posa: qui inizia il progetto "Ritratti in nero con oggetto" nel quale ritrae i personaggi più famosi della cultura e dello spettacolo vestiti di nero con un oggetto-feticcio al quale siano particolarmente legati, completati da un testo autografo che motiva la scelta dell'oggetto. Nel 1989 la mostra è esposta alla Galleria Rondanini di Roma, riscontrando un notevole successo.
Nel 1992 in occasione del Cinquecentenario dell'impresa di Cristoforo Colombo realizza i ritratti di Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Renzo Piano per la committenza della Presidenza del Consiglio, e nello stesso anno crea il Calendario Piaggio 1993.
Del 1994 è la serie fotografica "Tarocchi" ispirandosi ai soggetti ritratti da Guttuso.
Sempre nel 1994 nasce il progetto "Zodiaco", acquistato dal Museo della fotografia di Parigi (fondata nel 1978 da Henry Chapier, Jean-Luc Monterosso, Marcel Landowski e Francis Balagna).
La stessa MEP nel 1995 gli commissiona l' "Alfabeto dei francesi a Roma", interpretazione fotografica di professioni e protagonisti della nazionalità francese a Roma.
Dal 1998 al 2005, Pino Settanni fotografa città colpite dalla guerra come Mostar, Sarajevo, e Kabul realizzando immagini per calendari e campagne istituzionali su mandato dello Stato maggiore dell'Esercito italiano.
Nel 2002 e nel 2003 realizza per Rai 3 i documentari fotografici "Kabul le donne invisibili" e "Balcani, gli sguardi, la memoria", presentati al Festival Internazionale del Cinema di Locarno. Trasforma molte di queste immagini con la tecnologia digitale in una operazione di estetizzazione.
Nel corso della sua carriera Settanni ha avuto il sostegno economico da parte della Mamiya Trading (fotografia professionale), consentendogli di realizzare mostre e cataloghi svincolato dal mercato contemporaneo.
Muore a Roma il 31 agosto 2010 ancora in piena attività

Materiale conservato

Le unità fotografiche del Fondo Pino Settanni conservate nell'archivio sono negativi su pellicola, diapositive e provini a contatto.
Il fondo conserva inoltre file digitali di immagini fotografiche relative all'ultimo periodo della sua attività da stampe di positive acquisite, che il fotografo ha rielaborato artisticamente per alcune mostre e cataloghi.

Il fondo è in corso di catalogazione. Al momento sono online circa 2000 foto relative ai reportage di Settanni in Italia e all'estero

FONDO PINO SETTANNI

3558 foto

47.709 in catalogazione

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