“L’Isola del Fuoco” torna ad Ischia dopo 80 anni 24 Giugno 2022 PRIMO PIANO L’Ischia Film Festival apre la sua ventesima edizione con uno dei “documentari turistici” dell’Istituto Nazionale LuceL’Ischia Film Festival quest’anno celebra il traguardo del Ventennale dal 25 giugno al 2 luglio con proiezioni, incontri ed eventi nelle tre sale a cielo aperto del Castello Aragonese.Il film d’apertura è il documentario del 1942 “L’Isola del Fuoco”, in collaborazione con la redazione dell’Archivio Luce.La proiezione fa parte di una iniziativa della redazione dell’Archivio per valorizzare i documentari turistici prodotti dall’Istituto Nazionale Luce, accompagnati da una contestualizzazione critica e storica.I documentari ‘turistici’ del Luce sono una serie prodotta dal Luce a partire dal 1932, quando L’Istituto Nazionale Luce affida a un giovane regista il coordinamento di un’area di produzione che presto diventerà importante: il reparto film turistici.Il regista è Giorgio Ferroni e il nuovo reparto è sorto da un’iniziativa congiunta dell’Istituto Nazionale Luce e della Direzione Generale per il Turismo. “Una organizzazione complessa – scriverà Ferroni in proposito – che si giova di potenti automobili, di moderne macchine da presa, di camion sonori che parte da un accurato soggetto rispondente a criteri spettacolistici e propagandistici, per raggiungere i fini di uno spettacolo divertente, suggestivo”Dopo dieci anni e numerosi documentari turistici realizzati, la potente macchina del Luce arriva a Ischia, proprio di fronte a ‘Pompei’ da dove era partito il primo documentario del filone firmato dallo stesso Ferroni. Ma se ‘Pompei’ nel 1932 era stato salutato con entusiasmo come “il primo esempio di documentario italiano” la critica dell’epoca liquida ‘L’Isola del Fuoco’ come un prodotto facile. “Un insieme di cartoline illustrate.” – scrive all’uscita del film nei cinema Giuseppe De Santis, il futuro regista di ‘Riso Amaro’ e uno dei padri del neorealismo – “Non mancano i bei tramonti col sole rosso e i riflessi del suo colore sulle onde del mare. Sembrano dipinti di uno scenografo di teatro lirico”.Rivisto oggi, il documentario diretto da Rinaldo Dal Fabbro e ripreso da Angelo Jannarelli, mette comunque in evidenza anche il distacco dalla realtà dei documentari di propaganda turistica. È il 1942. L’Italia è in guerra e il cinema non ne può parlare. E perciò si continua a rivolgere lo sguardo su una realtà di ambienti e luoghi dove la guerra non è passata, una realtà in qualche modo ‘reale’ ma come sospesa al di fuori del tempo.Costruito secondo uno schema ben collaudato, utilizzato in decine di documentari Luce attraverso un racconto dall’alba al tramonto, è infatti sospesa nel tempo l’Ischia che vediamo dalle prime immagini con i monaci che dall’Epomeo invocano la protezione dell’isola. Sempre all’alba fanno rientro i pescatori, un rito comune con una messinscena di riprese elaborate e comparse che sembrano uscire da un film di finzione, il sorriso delle donne “ridestate da poco” occupate nelle loro faccende mattutine, e via così, tra le altre attrazioni dell’isola, il castello, una sirena bionda che gioca con una stella marina, le donne nei vigneti, le fumarole, la danza e i costumi tipici, la vita quotidiana fino al tramonto.“Scorre così la vicenda dei giorni. Un altro è passato”. E i pescatori rientrati all’alba ritornano in mare. La cartolina propagandistico-turistico del paese sarà strappata solo un anno dopo: l’8 settembre del 1943 su Ischia piomberanno le bombe degli alleati. La realtà della guerra, ignorata dai documentari Luce, entrerà prepotente nell’isola sospesa al di fuori del tempo.A cura della Redazione dell’Archivio Luce Ischia nell’Archivio
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