Mostra internazionale d’arte cinematografica

Dal 28 agosto al 7 settembre 2019 la 76° Mostra internazionale d'arte cinematografica

Il primo cinegiornale in archivio ad interessarsi della Mostra del Cinema di Venezia è datato 1935, siamo alla terza edizione. Il conte Giuseppe Volpi di Misurata, che della mostra era stato ideatore, assegna la Coppa Mussolini a Casta Diva come miglior film italiano e a Anna Karenina come miglior film italiano. Soltanto dal dopoguerra, con l’introduzione del Leone d’oro, il premio sarà uno solo.

Due anni dopo a essere premiato sarà il kolossal Scipione l’Africano, molto seguito nella sua realizzazione dai cinegiornali Luce. Sempre l’edizione del 1937 vedrà la vittoria come straniero di un film non tedesco, Un carnet de bal. Dal 1938, anno in cui viene premiata Leni Riefenstahl per Olympia, saranno solo lavori degli alleati ad assicurarsi la Coppa Mussolini.

Nel 1942, in piena guerra, si tiene l’ultima edizione dell’era fascista: a vincere saranno Bengasi di Augusto Genina e Il grande re di Veit Harlan. Tra gli ospiti d’onore il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels.

Finita la guerra la voglia di tornare a vivere prorompe. Nel 1946 la Manifestazione Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia non è numerata e quella successiva del 1947, sarà l’8. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica.

Da allora i cinegiornali seguono con molta attenzione la kermesse veneziana. Per fare solo un esempio, La settimana Incom, uscita dal 1946 al 1965, dedica all’evento ben 67 servizi, tra i quali diversi numeri unici. D’altra parte è uno dei momenti di massima mondanità che da allora si vivono in Italia. L’edizione del 1951 vede la presenza di ospiti inaspettati, come recita il titolo della Incom.

Con la diffusione della televisione l’attenzione dei cinegiornali per Venezia diminuisce sensibilmente, tanto che l’ultimo presente in archivio è un Panorama Cinematografico del 1971.

Ma non è l’ultimo documento presente in archivio. Con l’acquisizione del Fondo di Mario Canale infatti anche per gli anni dagli Ottanta ai Duemila c’è un’ampia copertura.