La legge del desiderio di Pedro Almodovar

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 25 Settembre 2024

Pedro Almodovar, che sarà a dicembre nei cinema italiani con il suo ultimo film, La stanza accanto, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia, compie 75 anni.

In questa intervista del 1987 parla de La legge del desiderio, film che lo fece conoscere in tutto il mondo e che consacrò Antonio Banderas che con lui aveva esordito in Labirinto di passioni del 1982 e per il quale interpreterà complessivamente otto film.

Il regista spagnolo inizia spiegando che in un momento in cui nel mondo sembra prevalere una mentalità molto conservatrice, lui voleva fare un film molto radicale. Aggiunge che spesso le sue storie nascono da immagini e stimoli esterni che poi lui trasforma. Anche gli argomenti più estremi, e nel film ce ne sono molti, prova a raccontarli nella maniera più naturale possibile.

Almodovar afferma poi di aver iniziato a girare dopo la morte di Franco, anche perché sarebbe stato impossibile trattare certi argomenti mentre il dittatore era ancora in vita. Quindi in quegli anni lavorava segretamente facendo film underground “molto divertenti e corrosivi ma che non vedeva nessuno“.

Intervista a Pedro Almodovar, 1987
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Io sono un regista molto contemporaneo, non solo perché parlo con il punto di vista di adesso, ma perché mi interessa di più parlare di eventi attuali che del passato“. Il cinema in Spagna sta cambiando più lentamente rispetto ad altri settori anche perché girare un film costa molto e quindi i giovani hanno meno possibilità di approcciarvisi. Anche per lui è difficile produrre film anche perché “senza volerlo, risulto sempre provocatorio per la mentalità ufficiale“.

Nei suoi film si parla spesso di omosessualità cercando sempre di evitare di trattare il tema come un cliché come invece accade molto spesso nei lavori che affrontano questo argomento: “L’omosessualità è parte della vita non è un problema e non è un peccato. Qualche volta è una tragedia e qualche volta è completamente felice“.

Almodovar afferma che in questo momento della sua carriera gli piace girare film che pensa e scrive lui stesso, ma non esclude che in futuro possa andare diversamente. Però è sicuro che anche quando prenderà un argomento da altri, da un romanzo per esempio, lo farà comunque suo anche se l’origine viene da fuori.

Gli attori gli sceglie ad intuito, valutando quelli che secondo lui stanno bene nella parte e questo spesso lo ha spinto ad assumersi dei rischi facendo lavorare dei non professionisti. Detto questo però ha anche “una specie di compagnia stabile di attori e lavoro sempre con loro. Questo è normale, molta gente fa così: BergmanFassbinder e Fellini fanno così. È una specie di relazione ed è più facile lavorare“.

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