Fausto Coppi, nascita di un campione

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 13 Settembre 2019

Fausto Coppi è stato certamente uno degli atleti più amati nella storia dello sport italiano; storica la sua rivalità con Gino Bartali che ha dato vita ad una aneddotica infinita.

Nella Settimana Incom, la testata di cinegiornali più seguita di quel periodo, tra il 1946 e il 1960, lo troviamo in ben 167 servizi. Molti sono dedicati alle varie corse a tappe cui ha partecipato nel corso della sua lunga carriera, a partire dal primissimo dopoguerra, con la vittoria alla Milano Sanremo del 1946.

C'è poi il al trionfale 1949 in cui vinse sia il Giro d'Italia che il Tour de France, succedendo proprio al suo eterno rivale Gino Bartali.

Non possono mancare momenti di vita famigliare: momenti spensierati, come quando lo troviamo a uno spettacolo del circo Togni e le tragedie, come la morte del fratello Serse, durante il Giro di Piemonte del 1951.

Fausto Coppi negli anni Cinquanta

Fausto Coppi mangia un'arancia prima dell'inizio del Giro d'Italia, 1952
Fausto Coppi alla partenza di una delle prime tappe del Giro d'Italia, 1952
Fausto con altri ciclisti scendono le scale del Milite Ignoto, 1954
Fausto Coppi con la tuta Bianchi e gli occhiali da sole, 1954
Fausto Coppi a bordo di un'automobile viene consolato da un uomo, 1954
Fausto Coppi con la tuta Bianchi e gli occhiali da sole in sella alla bici, 1954
Fausto Coppi in giacca e cravatta parla al microfono di un organizzatore, 1955
Ercole Baldini abbraccia affettuosamente Fausto Coppi, 1956
Fausto Coppi con Santi Savarino, 1959
Fausto Coppi cammina con un gruppo di sostenitori vicini, 1959
Fausto Coppi con un uomo sorridente, 1959
Fausto Coppi rilascia autografi assediato dagli ammiratori, 1959
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E poi arriva il 1960. Il decennio che cambierà la società italiana si apre con una notizia che getta nello sconforto i fan di Fausto Coppi e tutti gli italiani che si erano appassionati alle sue imprese, alla sua rivalità con Gino Bartali e anche allo scandalo suscitato per la sua relazione extraconiugale con Giulia Occhini: il 2 gennaio il più enigmatico e famoso campione di tutti i tempi, muore per i postumi di una malaria contratta durante un safari in Africa e troppo tardi diagnosticata. Solo la Settimana Incom dedicherà un servizio all'avvenimento.

Ma di Coppi, della sua rivalità con Gino Bartali, i cinegiornali continueranno ad occuparsi ben oltre la sua morte. E non solo: si assegneranno premi alla sua memoria, si conieranno medaglie che ne commemorano la vita, si erigeranno cappelle dedicate a lui e a suo fratello Serse e Gianni Brera, il più famoso giornalista sportivo del dopoguerra, gli dedicherà un libro: Coppi e il diavolo.

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