La parabola di Mussolini: dalla marcia su Roma a piazzale Loreto
Catturato a Dongo il 27 aprile del 1945, mentre cercava di fuggire in Svizzera, Benito Mussolini viene giustiziato il giorno dopo insieme alla sua amante Claretta Petacci e ad altri gerarchi fascisti che si trovavano con lui. A uccidere il duce fu il partigiano Walter Audisio, il colonnello Valerio, su indicazione del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia in un editto che porta le firme, tra gli altri, di Achille Marazza, Ferruccio Parri, Leo Valiani, Luigi Longo e Sandro Pertini.
Il giorno dopo i cadaveri di Mussolini, la Petacci e gli altri gerarchi furono portati a piazzale Loreto a Milano, proprio la stessa piazza dove, otto mesi prima, quindici partigiani furono fucilati da militi del gruppo Oberdan della Legione Autonoma Mobile Ettore Muti della RSI, per ordine del comando di sicurezza nazista, e i loro cadaveri vennero lì esposti al pubblico.
Sono immagini raccapriccianti, che segnano però in maniera quasi emblematica la fine di un dittatore osannato per anni da folle plaudenti.
Dalla marcia su Roma a piazzale Loreto
Quelle qui sopra sono dodici tappe della storia dell'Italia fascista come le abbiamo raccontate in questi due anni
Si parte dalla marcia su Roma e si arriva a Piazzale Loreto. In mezzo Il Delitto Matteotti, La Conciliazione, La Conferenza di Monaco, Il discorso di Trieste in cui vengono annunciate le leggi razziali, Il patto d'acciaio, L'entrata in guerra il 10 giugno 1940, Il 25 luglio con il Gran consiglio che sfiducia il duce, L'8 settembre e l'armistizio, La liberazione di Mussolini dal Gran Sasso e la Repubblica Sociale e infine il 25 aprile e la Liberazione.