Un ricordo di Alda Merini

Un ricordo della grande poetessa italiana a 15 anni dalla sua scomparsa

‘Uno può essere acculturato ma non per questo è poeta o intelligente. Anche un mezzo asino può diventare un grande poeta, cioè non è che ci vuole la laurea per la poesia’

Nata a Milano il 21 marzo del 1931, Alda Merini ci lasciava il 1 novembre del 2009. Nel 2003 aveva rilasciato un’intervista a Donatella Baglivo, inedita nel portale dell’Archivio, da cui è tratto questo estratto.

La poetessa inizia raccontando del periodo della guerra, quando aveva studiato, tra mille difficoltà e sofferenze. “Poi l’adolescenza, che è un periodo radioso, è stata minata dalla miseria, dal fatto che non abbiamo mangiato, che dovevamo scappare, che perdevamo di vista i genitori. Insomma la guerra è stata un choc che io credo sia stata poi la causa del manicomio. Io l’ho rimossa questa guerra, anzi diciamo che mi è piaciuta, nel senso che ero talmente piccola che l’ho capita fono a un certo punto“.

In seguito racconta di essere stata oggetto di dicerie e maldicenze che hanno rovinato la sua vita e quella dei suoi figli. Parla dell’orgoglio di essere riuscita, dopo essere rimasta vedova, a farcela da sola, senza avere uomini alle spalle e anche per questo le accuse che le hanno rivolto di non essere stata fedele, l’hanno ferita nel profondo: “Però sono molto orgogliosa di essere una donna che camminerò male ma camminerò dritta“.

Aggiunge qualcosa sul cinema e sulla letteratura: “Avevo un pathos per i film, specie quelli americani. Entravo al cinema e uscivo con la febbre quando vedevo i baci appassionati. Adesso mi lasciano indifferente“. “Ero una grande lettrice da bambina, leggevo di tutto, perché ero avida di imparare“.

In chiusura la poetessa parla dell’amore: “L’amore è sinonimo di giovinezza. Io sono stato una donna molto amata dagli uomini. Però ho saputo portare ogni tipo di amore sul piano dell’amicizia. Ho avuto delle bellissime amicizie con gli uomini, molto belle. Gli uomini mi hanno salvato la vita, spesso e volentieri, editori compresi“.