Enzo Staiola, il successo a nove anni

L'attore protagonista bambino di Ladri di bicilette, racconta la lavorazione del film e il suo rapporto con Vittorio De Sica

Ci sono delle persone che passano come meteore nel mondo del cinema ma delle quali è difficile dimenticarsi. Uno di questi è sicuramente Enzo Staiola, morto a Roma lo scorso 4 giugno, che deve la sua fama a Ladri di biciclette di Vittorio De Sica, che nel 1948, all’età di nove anni, lo vide protagonista.
Dopo di allora girò un’altra quindicina di film, quasi tutti concentrati nei successivi cinque anni, tra i quali Cuori senza frontiere di Luigi Zampa, Altri tempi, Zibaldone n. 1 di Alessandro Blasetti e Il ritorno di Don Camillo di Julien Duvivier.

Io uscivo da scuola, andavo a scuola in via Vittorino da Feltre al Colosseo, io abitavo al Colosseo e quindi uscivo da scuola e vidi una macchina che mi seguiva e dove c’era De Sica. Però io non sapevo chi era De Sica, perché a quel tempo non è che potevo sapere chi era De Sica. Finché poi è venuto a parlare con i miei genitori perché volevano sapere se potevo fare il film. Mio padre disse di no perché a quel tempo non credeva che potessi poi fare film e quindi De Sica venne a fare i provini proprio dove abitavo io, nello stesso stabile dove abitavo io e lì ha riprovato un’altra volta, finché siamo riusciti fare il provino e a fare un film“.

Inizia così l’intervista che nel 2009 Enzo Staiola rilascia a Mario Canale per un documentario su Vittorio De Sica. Più avanti l’attore torna sulla scena immortalata da Ettore Scola nel film C’eravamo tanto amati, smentendo la versione che ne diede sull’escamotage usato per farlo piangere.

L’intervista prosegue raccontando del suo rapporto con il regista: “Ero l’unico a non chiamarlo commendatore e lui una volta me ne chiese la ragione. A me veniva un po’ da ridere perché l’ho sempre chiamato Vittorio“.

Infine ricorda quando, una decina di anni più tardi sentì per telefono De Sica che lo invitò ad andare da lui in un albergo a piazza di Spagna per parlare di un film che aveva in mente. Non appena però incontrò il regista questi gli disse: Ma sei cresciuto, mi serviva un ragazzino di dieci undici anni. E non se ne fece nulla.