Franklin Delano Roosevelt, dal New Deal alla guerra

Il 12 aprile del 1945, poche settimane prima della conclusione della seconda guerra mondiale, moriva il presidente degli Stati Uniti

Quando Franklin Delano Roosevelt muore il 12 aprile 1945 ha solo 63 anni e da pochi mesi ha iniziato il suo quarto mandato presidenziale, primo e unico a ricoprire la carica per così lungo tempo. Dopo la sua scomparsa infatti venne approvato un provvedimento che prevedeva il limite dei due mandati per i presidenti americani.

Roosevelt era stato eletto per la prima volta nel novembre del 1932. A lui si deve una delle più radicali riforme economiche americane, il New Deal, che riuscì a far superare al suo paese la gravissima crisi economica culminata con il crollo della borsa di Wall Street del 29 ottobre 1929.

Confermato nel 1936 e nel 1940 Roosevelt nel 1941, dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, decise di schierare gli Stati Uniti accanto a Francia, URSS e Gran Bretagna nella seconda guerra mondiale. Il presidente resse il paese con fermezza tanto da essere eletto per il quarto mandato nel 1944 ma, già debilitato da una grave forma di poliomielite che dal 1921 l’aveva costretto a fare spesso uso della sedia a rotelle, fu colpito da una violenta emorragia cerebrale che lo uccise poche settimane dopo l’inizio del suo quarto mandato presidenziale. La Conferenza di Jalta, del 1944, con Stalin e Churchill fu l’ultimo grande avvenimento cui prese parte contribuendo insieme al dittatore sovietico e al premier inglese a disegnare il nuovo mondo che sarebbe sorto dalle macerie del conflitto che si avviava a conclusione.

Fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale i cinegiornali Luce, come in generale il regime fascista, avevano sempre avuto nei confronti degli Stati Uniti un rapporto se non amichevole comunque non ostile. Si mettevano magari in risalto gli aspetti più divertenti, dalla donna cannone a gli sport stravaganti. Ma anche un servizio del 1937 nel quale il presidente passa in rassegna la flotta navale statunitense non è antipatizzante: toni neutri, quasi british nei quali, fra le righe, fa capolino anche un po’ di ammirazione.

Le cose cambiano radicalmente con il 1941, ancora prima che gli americani entrino in guerra: Il presidente diventa il “guerrafondaio Roosevelt” e si stigmatizza “il bellicismo degli interventisti americani non guarda tanto per il sottile nel discriminare gli uomini che si ammassano dinnanzi agli uffici di reclutamento: negri, negroidi, meticci d’ ogni colore stanno per diventare soldati della repubblica stellata. Per ogni precauzione alle reclute sono anche prese le impronte digitali“.

Al termine della guerra i giornali Luce proveranno a sopravvivere al regime cambiando il nome della testata in Notiziario Nuova Luce. A un anno dalla scomparsa, ricorderanno “con deferente omaggio il grande presidente” nel giorno del suo primo ingresso alla Casa Bianca.