Maria Montessori la donna che cambio la scuola

"Liberatrice dalla schiavitù della vecchia pedagogia". Il 6 maggio del 1952, moriva Maria Montessori

Come possiamo ascoltare in questa intervista del 1947, cinque anni prima della sua scomparsa, durante la seconda guerra mondiale Maria Montessori visse prevalentemente in India, dove aprì nuove scuole e formò insegnanti.

Due anni più tardi, quasi ottantenne,  la pedagogista continua a presenziare congressi in cui parla del sul suo metodo, come quello di Sanremo, durante il quale vengono anche mostrati esperimenti pratici di insegnamento.

Anche dopo la sua scomparsa, avvenuta in Olanda nel maggio del 1952, della Montessori e delle sue scuole si continuerà a parlare e i cinegiornali dedicati a lei lo dimostrano.

 

Il rapporto della Montessori con il fascismo fu ambivalente. Quando nel 1922 Mussolini prende il potere in Italia, è una donna di 52 anni: nel 1907 ha aperto la sua prima casa per bambini e da subito ha iniziato ad applicare il suo metodo, quello di “liberazione morale e mentale dell’infanzia“. Altre scuole saranno aperte negli anni successivi, in Italia e in diverse parti d’Europa.

Nel 1914, con lo scoppio della prima guerra mondiale si era trsferita in Spagna. Nel 1924 tornò in Italia e il regime non le si dimostrò ostile, come testimoniano i diversi servizi dedicati a lei e al suo metodo: la scuola di Amburgo, quella di Roma, entrambi del 1930, come il servizio fotografico relativo all’inaugurazione del 15° corso della sua scuola in Campidiglio.

La situazione cambia radicalmente con la metà degli anni Trenta e infatti è del 1935 l’ultimo Giornale Luce dedicato a una scuola Montessoriana di Roma. Ma la sua creatrice, ormai in rotta con il regime, ha già abbandonata l’Italia, senza assistere alla chiusura o alla completa emarginazione di tutti gli istituti che si rifanno al suo sistema educativo. Rimasta in Europa fino al 1939 la Montessori si trasferì in India dove rimase per sette anni.