Carlo Rambaldi, un extraterrestre a Hollywood

'Le mie sono sculture meccaniche, praticamente sono creature meccaniche, sono attori meccanici'. Cento anni fa, il 15 settembre del 1925, nasceva il creatore di ET

Intervistato a inizio anni Novanta sul suo modo di lavorare, Carlo Rambaldi, nato in provincia di Ferrara il 15 settembre del 1925, inizia spiegando il funzionamento della manona di King Kong, quella che stringeva in pugno Jessica Lange e che nel 1976 segnò la svolta della sua carriera. Alla domanda su come nascono le sue idee, Rambaldi risponde che “Prima cosa devi leggere molto bene lo script, capire il personaggio, perché qui dobbiamo fare l’inverso di quando si sceglie un attore vero. Quando è richiesto un certo ruolo la produzione prende in visione i vari attori, fa un provino e sceglie quello che è più idoneo a sostenere quella parte. Altrettanto dobbiamo cercare di fare noi, solo che l’attore non c’è. Perciò dobbiamo prelevare almeno dallo script, quegli elementi essenziali per farci capire quale potrebbe essere la personalità dell’attore“.

Rambaldi racconta poi come nacque il suo personaggio più famoso, ET: “Per ET serviva un essere non bello perché tu sai che all’inizio del film il bambino quando lo vede si spaventa, perciò un essere brutto. Però durante il film rivelava piano piano la propria personalità, che era quella di un di un essere indifeso, di un essere innocente. Perciò l’innocenza la dovevamo trovare copiandola da qualche altra parte … Io l’ho presa da un mio quadro che dipinsi 30 anni fa e al regista piacque subito quest’idea. Mentre invece l’innocenza non sapevo dove trovarla. Io avevo un gatto himalayano e ho visto che la visione frontale del gatto era di un’enorme innocenza“.

Parlando dei due Oscar ricevuti per Alien e appunto ET, Rambaldi dice: “Che cosa rappresentano? È prestigioso perché molte volte vogliono fare un film con tutti elementi importanti e chiamano tutti quelli che hanno avuto almeno un Oscar. Rappresenta un vantaggio ai fini, ai fini dei contatti ai fini commerciali diciamo“. Aggiunge che in realtà effetti speciali, la categoria per cui ha ricevuto gli Oscar, è una definizione un po’ generica perché ci sono almeno tre grosse sotto categorie: quella propriamente detta degli effetti speciali, gli spari, la nebbia, i crolli; quella degli effetti ottici, un lavoro tutto di laboratorio, e quella, a cui lui appartiene, degli effetti meccanici. Sono cose molto distinte tra loro e racchiuderle tutte in unico premio non ha molto senso.

In conclusione Rambaldi ricorda che lui nasce come pittore e scultore. “Poi ho visto che era un po’ difficile diventare i primi della classe nel campo della pittura, dopo tutto quello che è stato sperimentato e scoperto, e ho pensato di addizionare alla scultura il movimento per trovare una strada nuova“.