Edda Mussolini racconta Galeazzo Ciano

80 anni fa la fucilazione di Galeazzo Ciano. Scissa tra il padre e il marito Edda Mussolini racconta gli ultimi giorno del marito

Tratta dal documentario di Leonardo Tiberi Edda racconta, del 2003, l’intervista alla figlia di Mussolini mostra in tutta la sua evidenza il dramma di una donna costretta a scegliere tra il padre e il marito sullo sfondo di quella immane tragedia che il fascismo rappresentò per il nostro paese.
Il 24 aprile 1930 Galeazzo Ciano, figlio di Costanzo, uno dei gerarchi della primissima ora, sposa Edda Mussolini, la primogenita del duce. È l’inizio di una grande storia d’amore ma anche di quella che a tutti gli effetti può considerarsi una tragedia greca, che avrà il suo epilogo a Verona l’11 gennaio 1944 quando Galeazzo verrà fucilato da un plotone d’esecuzione insieme a Emilio De Bono, Tullio Cianetti, Luciano Gottardi, Giovanni Marinelli e Carlo Pareschi, colpevoli, agli occhi dei maggiorenti della Repubblica Sociale Italiana e di Hitler, di aver votato l’ordine del giorno Grandi nella riunione del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943. Mussolini, nonostante le suppliche della figlia, non volle o non poté (o forse entrambe le cose) fare nulla per salvare la vita del genero.
A Domenico Olivieri, l’amico che la intervista, che le chiede: “Il duce indubbiamente avrebbe concesso la grazia” Edda rispose: “Forse“. E in questo forse c’è tutto il suo dramma. La figlia del duce aggiunge: “A meno che non fosse stato obbligato. In quella lettera che mi scrisse, l’ultima, dice: quando ci rivedremo ti spiegherò perché“. Quell’incontro non avvenne mai. Mussolini fu fucilato il 28 aprile 1945 e la figlia non lo perdonò mai, da vivo, per quello che considerò sempre un tradimento nei suoi confronti.
In precedenza Edda aveva spiegato come fosse riuscita a mettere in salvo i diari di suo marito; di come, su sua richiesta, avesse provato a fargli arrivare in carcere del veleno per evitargli, su sua esplicita richiesta, la fucilazione e della speranza, fino all’ultimo, che potesse essergli concessa la grazia.