Il patto d’acciaio

Il 22 maggio del 1939 Italia e Germania a Berlino siglano il Patto d'Acciaio

Il patto di alleanza e di amicizia concluso oggi fissa e consacra in precisi impegni politici e militari quella profonda comunione di spiriti e di opere che esiste tra Germania Nazista e l’Italia fascista. Le due grandi nazioni che, rinnovate e potenziate dal genio e dalla volontà del führer e del duce, si sono messe alla testa della storia d’Europa per preservare le basi della sua millenaria civiltà e per rivendicare i principi dell’ordine e della giustizia in mezzo un mondo in dissoluzione, si stringono oggi in un blocco inscindibile di forze, di volontà e di interessi. Le stipulazioni del patto di alleanza non hanno bisogno di alcun commento, tanto esse sono categoriche nella loro brevità e chiarezza. Il loro stile è quello dell’aperta lealtà che caratterizza le relazioni italo-tedesche“.

Sono queste le parole con cui il ministro degli esteri Galeazzo Ciano commenta il patto di collaborazione appena firmato con il suo omologo tedesco Joachim von Ribbentrop, sotto gli occhi di Adolf Hitler.

Ciano a Berlino per firmare il Patto d’Acciaio in sedici scatti dell’Archivio Luce

Dietro queste frasi, per la verità piuttosto vaghe, si nascondeva l’obbligo, per le nazioni contraenti, a fornire reciproco aiuto politico e militare nel caso fossero stati messi a rischio i propri interessi vitali. La novità più rilevante del patto firmato a Berlino, consisteva nel fatto che esso aveva carattere sia difensivo che offensivo. Unito alla durata di dieci anni, anomalamente lunga, finiva per porre la politica estera dell’Italia fascista nelle mani della Germania nazista.

La guerra era alle porte: pochi mesi dopo la firma dell’intesa tra Ciano e Von Ribbentrop, l’invasione della Polonia da parte della Germania diede inizio al secondo conflitto mondiale. Il 10 giugno dell’anno successivo anche l’Italia entrava in guerra, nonostante alcune violazioni del Patto siglato a Berlino nel maggio del 1939, come la mancata consultazione prima dell’invasione della Polonia o la firma del patto di non belligeranza con l’Unione Sovietica, non rendessero la scelta obbligatoria.

La tragedia che sconvolsel’Europa e il mondo intero, e di cui il Patto fu uno dei prodromi, durerà sei anni, causando lutti e distruzioni immani.