La Repubblica di Eugenio Scalfari

Un ritratto fotografico di uno dei più grandi giornalisti italiani del secolo scorso

Eugenio Scalfari il 6 aprile di quest’anno avrebbe compiuto 100 anni. Aveva il giornalismo nel sangue e già giovanissimo collaborò con Roma fascista, testata dei GUF, dove si fa notare per degli articoli in cui muove accuse di speculazione contro alcuni gerarchi fascisti.

Dopo la guerra si avvicina al Partito Liberale e inizia a collaborare con Il Mondo di Mario Pannunzio e con L’Europeo. Nel 1955 è tra i fondatori del Partito Radicale, nelle cui file resterà fono al 1961, e diventa direttore amministrativo de L’Espresso, settimanale nato in quello stesso anno e di cui nel 1963 sarà anche direttore responsabile. Tra le molte inchieste che videro la luce sotto la sua direzione si segnala quella sul SIFAR che porta a conoscenza dell’opinione pubblica il piano Solo, il tentativo di colpo di stato del 1964 da parte del generale Giovanni De Lorenzo. Scritta insieme a Lino Jannuzzi valse a entrambi una condanna a 14 mesi e 15 mesi di carcere, nonostante perfino il pubblico ministero Vittorio Occorsio ne avesse chiesto l’assoluzione. Condanna evitata grazie alla elezione in Parlamento di entrambi nelle file del PSI.

Nel 1976 fonda e dirige La Repubblica che in breve diventerà uno dei quotidiani più letti in Italia, secondo solo al Corriere della Sera. Manterrà la carica di direttore per 20 anni e dopo aver venduto la testata negli anni precedenti a Carlo De Benedetti, la lascerà nel 1996 a Ezio Mauro, continuando comunque a collaborare con il giornale fino a pochi mesi dalla scomparsa avvenuta a Roma il 14 luglio del 2022.

Le foto della galleria, con l’esclusione delle prime due del 1960, sono tutte inedite sul portale dell’Archivio e mostrano chiaramente l’importanza avuta da Eugenio Scalfari nel panorama editoriale e politico del nostro paese a partire dalla metà del secolo scorso.