Giornata mondiale contro la violenza sulle donneLe donne e la violenza: la costruzione dell'humus culturale da cui scaturisce 25 Novembre 2019 PRIMO PIANO Due anni fa, nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro, vennero in Archivio alcuni studenti di un liceo scientifico di età compresa tra i sedici e i diciassette anni. Proponemmo vari tipo di lavori e durante uno di questi si parlò di donne e di questione femminile. Due notizie colpirono particolarmente i ragazzi, due date per la precisione: il 1946, quando le donne votarono per la prima volta in Italia, e il 1981 anno cui venne abolito il delitto d’onore, concetto di cui ignoravano completamente l’esistenza. Sapere che nel nostro paese fosse presente un ordinamento di questo genere li aveva lasciati sconcertati. Mai quanto scoprire che era stato cancellato solamente qualche decennio prima. Erano abbastanza certi che l’abrogazione risalisse a fine Ottocento inizio Novecento. Dagli anni Venti agli anni Ottanta come cambia la rappresentazione della donna Una signorina a bordo di un motor scooter a Roma, 1920 Spazzine al lavoro in una strada cittadina, 1920 Quattro donne in abiti tradizionali posano davanti alla fonte di piazzetta Funtanella, 1928 Gruppo di donne sarde, in abiti tradizionali di Aggius, fila e tesse in un rustico cortile, 1928 Tre partecipanti, due uomini e una donna, alla Sei giorni internazionale motociclistica posano, in attesa della partenza, sulla pista di Merano, 1931 La giornata della madre e del fanciullo a Roma: le madri più prolifiche d'Italia visitano la mostra della Rivoluzione Fascista, 1933 Una donna prepara dei cioccolatini seduta ad un tavolo di marmo durante una gara, 1941 Giovani donne stirano durante una gara dei Prelittoriali del lavoro, 1941 Una centralinista colta mentre risponde al telefono, 1941 Una ragazza appena assunta dall'ATAG stacca i biglietti a bordo di un tram, 1942 Due giovani donne prestano giuramento come magistrate, 1957 Una suora alla guida di un'automobile decappottabile con accanto l'istruttrice di scuola guida, 1961 Un donna tunisina mentre lavora al telaio, 1974 Manifestazione per la giornata internazionale delle donne a Roma, 1977 Manifestazione per la giornata internazionale delle donne a Roma, 1977 Manifestazione per la giornata internazionale delle donne a Roma, 1977 Manifestazione per la giornata internazionale delle donne a Roma, 1977 Una giovane donna di colore seduta nella platea di un cinema di Roma, 1981 Una signorina a bordo di un motor scooter a Roma, 1920In Archivio non abbiamo cinegiornali che parlino esplicitamente di violenza sulle donne e di femminicidi. È però interessante fare attenzione ai commenti che accompagnano molti servizi, perché è anche attraverso essi che si forma quell’humus culturale in cui queste violenze nascono.Parlando proprio del delitto d’onore, in un cinegiornale del 1966, possiamo ascoltare queste parole: “Il delitto d’onore ha i giorni contati, perciò se avete qualche piccola pendenza da regolare sbrigatevi. Presto eliminare le mogli e i seduttori della figlie diventerà un problema“. Seguono interviste i cui si ascoltano le opinioni di passanti al riguardo per concludere in un improbabile siciliano: “Bedda matri santissima, ha ragione. Qui senza delitto d’onore a schifio finisce“.Per commentare il documentario di Gualtiero Jacopetti, La donna nel mondo, la Incom pensa bene di intitolare il servizio Talvolta le donne sono belle: “Mbe adesso signore state un po’ zitte, perché si comincia. L’assunto del film è la ricerca di monenti caratteristici, e non sempre gradevoli, della vita delle donne. Signore piuttosto brutte, almeno per i nostri gusti, dominano lo schermo“. E si inquadrano donne di colore, in un bel mix di misoginia e razzismo.Sono solo due esempi ma se ne potrebbero fare molti altri: in moltissimi servizi sulla moda i commenti sessisti e a doppio senso non si contano.La situazione sta cambiando? In parte sì, ma le statistiche ci dicono che la violenza sulle donne è in continuo aumento e che il modo di rapportarsi con l’universo femminile da parte di uomini, giornali e istituzioni non sembra essere molto dissimile da quello di 50-40 anni fa.Lo stupore dei giovani studenti ci lascia qualche speranza unita alla consapevolezza che la strada da fare è ancora molto lunga.In apertura presentiamo un documento realizzato da Serenella Scuri, della redazione del portale, in occasione della mostra Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione. Una raccolta di cinegiornali con le donne protagonisteLa donna nell'Archivio
PRIMO PIANO “Bedda matri. Qui senza delitto d’onore a schifio finisce” La violenza sulle donne, retaggio di secoli di patriarcato, è sintomo di una società malata
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PRIMO PIANO La scuola delle mogli Tra gli anni '50 e i '60 i cinegionali non hanno dubbi: la donna deve essere prima di tutto una…