L’attentato a Togliatti, l’Italia sull’orlo della guerra civile e il Tour de France

Il 14 luglio del 1948 l'attentato a Palmiro Togliatti precipitava l'Italia sull'orlo di una guerra civile

Le scorie lasciate da una campagna elettorale molto dura, che aveva visto il Fronte democratico Popolare fronteggiare e venire sconfitto dalla DC nelle prime elezioni politiche dell’Italia repubblicana, esplosero il 14 luglio del 1948 quando il segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti fu colpito da tre colpi di pistola mentre usciva da Montecitorio con la compagna Nilde Iotti. A sparare era stato Antonio Pallante, studente di giurisprudenza, fanatico anticomunista. L’Italia fu attraversata da manifestazioni di massa, con violenze diffuse e il paese si trovò in pochissimo tempo sull’orlo di una guerra civile.

All’interno del PCI si fronteggiarono due linee: una che voleva premere sull’acceleratore e creare i presupposti per una rivoluzione armata, che, visti anche i precedenti in Grecia, non poteva approdare a nulla di buono, e una tesa alla moderazione, incarnata dallo stesso segretario del PCI che, dal letto di ospedale, si rivolse alla popolazione invitando tutti alla calma.

Fortunatamente prevalse questa seconda opzione. Si racconta che a pacificare definitivamente gli animi fu la vittoria di Gino Bartali al Tour de France, che mise d’accordo un po’ tutti.

 

 

Palmito Togliatti nell'Archivio fotografico