18 aprile 1948. Gli italiani eleggono il primo Parlamento repubblicano

Archivio Storico Luce Timeline, di redazione, 17 Aprile 2020

Il 18 aprile del 1948 gli italiani tornarono nuovamente alle urne, meno di due anni dopo aver eletto l'Assemblea Costituente e deciso, tramite Referendum istituzionale, che forma dare allo Stato. In quell'occasione PCI e PSI, ora insieme nel Fronte Democratico Popolare, avevano ottenuto pochi voti in più della Democrazia Cristiana. Questo rendeva l'esito elettorale molto incerto, anche perché da quel giugno del 1946 molte cose erano cambiate, soprattutto a livello internazionale, con il dilagare nell'Europa dell'est di regimi satellite di Mosca e con il deflagrare della guerra fredda che avrebbe segnato la storia per i successivi 40 anni.

In Italia, di riflesso, si assistette alla fine dei governi di Unità nazionale e all’inizio di quelli centristi a guida democristiana.
Le forze in campo si accusarono reciprocamente di voler privare il paese della libertà. La chiesa giocò un ruolo rilevante: dalle prediche di padre Riccardo Lombardi, alle madonne piangenti portate in processione fino alla scomunica che Pio XII impartì nel luglio dell'anno successivo a chiunque avesse professato idee comuniste.
Nonostante tutto questo resisteva però un comune sentire nato dalla lotta comune contro il fascismo e che aveva portato a fine dicembre 1947 all'approvazione della nuova Costituzione repubblicana.

Enrico De Nicola, eletto Capo provvisorio dello Stato, posa con V.E. Orlando, Sforza, Saragat, De Gasperi e Gronchi, in una sala di palazzo Montecitorio
Enrico De Nicola, inquadrato tra Terracini e De Gasperi, assiste alla sfilata delle Forze di Polizia nell'ippodromo di Villa Glori
Togliatti assiste, insieme ad altre personalità e a due bambine, alla sfilata dei partigiani
De Gasperi al seggio elettorale
De Gasperi, Nenni, Scoccimarro ed altre personalità politiche davanti a palazzo Madama
Togliatti e la Iotti all'uscita di Montecitorio
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A urne aperte si scoprì che i risultati erano stati molto più netti di quello che si era immaginato alla vigilia: il Fronte Popolare si fermò al 31% mentre la Democrazia Cristiana da sola superò il 48% dei voti e con i suoi alleati centristi, arrivò a sfiorare il 55% dei suffragi. I Socialdemocratici, nati solo un anno prima da una scissione in casa socialista, presero il 7%. Entrarono nel nuovo Parlamento anche i monarchici e i rappresentanti di un partito, il Movimento Sociale Italiano, di ispirazione neofascista.

Seguirono mesi molto turbolenti che culminarono il 14 luglio nell'attentato contro il segretario del PCI Palmiro Togliatti, colpito da tre colpi di pistola mentre usciva da Montecitorio, sparati dal Antonio Pallante, studente di giurisprudenza fortemente anticomunista. Il paese precipitò sull'orlo di una guerra civile. La leggenda vuole che solo la vittoria di Gino Bartali al Tour de France, riuscisse a ristabilire un po' di calma.

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