Le versioni di Mario

Il 29 novembre 2010 Mario Monicelli decide di dare l'addio al mondo

Quando il 29 novembre del 2010 Mario Monicelli decise di togliersi la vita aveva 95 anni, 70 dei quali passati dietro la cinepresa. Una scelta coraggiosa e sulla quale nessuno dovrebbe giudicare.

Il primo cinegiornale in cui incontriamo Monicelli è del 1952 quando va a Venezia; al festival torna sette anni dopo, nel 1959, e vince il Leone d’oro con La grande guerra, ex aequo con Il generale della Rovere di Roberto Rossellini.

Molti dei film di Monicelli sono entrati nell’immaginario collettivo degli italiani: dai primi con Totò, Guardie e ladri è del 1952, a I soliti ignoti, I compagni, L’armata Brancaleone, Romanzo popolare, Amici miei, Un borghese piccolo piccolo, Il marchese del grillo, Speriamo che sia femmina, I picari, Parenti serpenti fino all’ultimo, datato 2006, Le rose del deserto.

Parla Mario Monicelli, 2001

Intervista a Monicelli del 2001

 

Le due interviste che presentiamo in questo articolo fanno entrambe parte del Fondo Canale. Quella sopra è del 2001: il regista analizza le ragioni di successo o insuccesso di alcuni film come ad esempio Temporale Rosy, L’armata Brancaleone e Amici miei; parla poi della preparazione, realizzazione ed edizione di un film, del rapporto con i compositori e musicisti con cui ha lavorato da Nino Rota a Carlo Rustichelli fino a Nicola Piovani. Passa poi ad illustrare i suoi progetti futuri e l’esperienza del documentario collettivo Un altro mondo è possibile. Infine esprime un giudizio su alcuni giovani registi emergenti non dimenticando di citare anche i più affermati con un riconoscimento a Ermanno Olmi e a quello che nel 2001 era il suo nuovo film, Il mestiere delle armi.

Nell’intervista di lato siamo invece nel 1986 e Mario Monicelli è reduce dal successo, enorme quanto inatteso, del film Speriamo che sia femmina. Anche in questo caso il regista romano parla un po’ di tutto: del suo disinteresse per le date di uscita dei film nelle sale: natale o pasqua o un qualsiasi momento dell’anno non cambiano né il suo modo di approcciare un film né, tanto meno, la scelta degli attori. Poi racconta delle richieste dei produttori sulla scelta del cast e quindi del successo del film dell’anno precedente, un film tutto al femminile, quasi un contr’altare di un altro suo successo, Amici miei.  Per concludere si parla delle novità nel cinema italiano: attori, registi e produttori e della nuova comicità televisiva.

Dagli anni Cinquanta ai Duemila una galleria di ritratti Mario Monicelli

La galleria di foto qui sopra, che conclude l’articolo, ci mostra Mario Monicelli dalla fine degli anni Cinquanta al 2003. Gli ultimi scatti, quelli degli anni Settanta e del 2003 fanno parte di due fondi, Masterphoto e Pino Settanni, in fase di catalogazione ma ancora inediti nell’Archivio.