Fantozzi in Paradiso

Il 3 luglio del 2017 ci lasciava Paolo Villaggio. In un'intervista degli anni Ottanta illustra la sua idea di comicità

Nell’intervista qui sotto, degli anni Ottanta, Paolo Villaggio, scomparso il 3 luglio del 2017, partendo da Woody Allen, “Non è in questo momento un autore comico, un attore comico, ma è un autore satirico“, illustra il suo concetto di comicità: “Poi i canoni della comicità sono che il comico si muove. Viene scoperto, ha una certa improntitudine nel parlare, nel muoversi, nel prendere gli oggetti, nello sbandare in curva. E di un bambino, di un bambino che va, di un’età media che va dai quattro ai sette anni. Piange come un bambino, vedasi Stan Laurel che quando Ollio lo sgrida piange come un bambino, Jerry Lewis, si muove e si è mosso in tutta la sua vita di grandissimo comico, come un bambino. Renato Pozzetto, molto comico, si muove come un pazzone, come un bambino. Totò in tutta la sua vita e il grandissimo Sordi hanno da sempre rinunciato alla sessualità che fa parte di un’altra stagione della vita. Il comico in genere non ha diritto al sesso, quindi comico è fondamentalmente un bambino perché fa ridere il comico? Perché a livello inconscio rivela molto velocemente, ti ricorda il periodo più felice della tua vita, l’infanzia. Ed ecco quindi un momento di grande allegria e quindi? E quindi la risata“.

Più avanti Villaggio parla dei nuovi cabarettisti che si stanno affermando, Da Chiambretti a Gioele Dix passando per Nino Frassica. Alla fine, alla domanda della giornalista su cosa si prova sul palco quando il pubblico non ride alle tue battute, l’attore risponde con estrema sincerità: “A me è capitato spessissimo mi capita quasi sempre è una sensazione fisica, cioè la lingua cambia aspetto, consistenza, diventa come un cartone lingua cartonata, le mani diventano due spugne gelate, si cerca di sorridere, si ha una leggera sudorazione al solco delle natiche e poi fai disperatamente così come un picchio e poi perdi assolutamente quella che dicevo all’inizio, l’autorità comica. Capisci che da quel momento il pubblico proverà un senso di disagio o più di pena e poi di pietà vera per te. E non c’è niente di più terribile, a meno che non sia masochista che fare pietà, io penso“.