Woody Allen, Vittorio De Sica e il cinema italiano

Auguri a Woody Allen che compie oggi 89 anni e che in questa intervista parla del suo rapporto con il grande regista italiano

Allan Stewart Konigsberg, nato il 1° dicembre 1935. A dire il vero nacqui il 30 novembre, quando era quasi mezzanotte, e i miei genitori spostarono la data, in modo che potessi cominciare dal primo giorno del mese. Non ne ho ricavato alcun vantaggio, e avrei preferito che mi avessero lasciato di che vivere di rendita. Se ne parlo è solo perché, per una di quelle ironie della sorte prive di qualunque significato, otto anni dopo mia sorella nacque nello stesso giorno“. Con queste parole nella sua autobiografia A proposito niente Woody Allen corresse la sua data di nascita.

Nel 2009 a New York Mario Canale intervista il regista americano il quale parla diffusamente del cinema italiano soffermandosi in particolare sulla figura di Vittorio De Sica: “È stato uno dei più grandi registi del mondo del cinema, con uno stile molto discreto, semplice realistico, niente colpi di scena, niente fantasticherie, voleva solo raccontare la storia. Ladri di biciclette è tra i tre o quattro film più belli mai realizzati, è semplicemente un capolavoro. È perfezione assoluta, non solo da un punto di vista dello stile neorealista ma proprio come lavoro d’arte“.

Parla in seguito di come ci si senta ad essere contemporaneamente attore e regista di un film e ammette che per lui in fondo è più semplice perché interpreti esattamente quello che hai in testa e quindi è raro che debba ripetere una scena, perché l’hai girata come l’avevi pensata.

Il neorealismo, continua Allen, ha avuto una grande influenza sul cinema e cita Martin Scorsese nei film del quale questa influenza è molto evidente. Molto importante, per ottenere risultati “realisti” è scegliere attori non professionisti, gente comune, come lui stesso ha fatto per girare Zelig: “ho utilizzato tanti non-attori per dare al film un assoluto e autentico sapore documentaristico, così quando dovevano parlare non lo facevano come attori che sanno parlare bene ma come cittadini che non sapevano parlare dignitosamente“.

Tornando a De Sica, Allen sostiene che sia stato anche un grande interprete riuscendo a mettere “la stessa qualità realista sia da regista che da attore“.

Racconta poi un aneddoto relativo al suo secondo film, Il dittatore dello stato libero di BananasDegli italiani mi dissero: eravamo qui con Vittorio De Sica l’altra sera e ha visto il tuo film e ci ha portato a rivederlo stasera così che lui lo potesse vedere una seconda volta. Ovviamente ho pensato ok è fatta, niente mi potrà fermare, nessun limite al mio ego“.

In conclusione racconta della sua esperienza lavorativa con Carlo Di Palma che gli raccontò molti aneddoti su De Sica e storie divertenti.