TFF 40 LO SPAZIO INQUIETO intervista al regista Franco Angeli

Franco non faceva il pittore, era un pittore

Presentato al 40° Torino Film Festival, Lo spazio inquieto di Franco Angeli è un documentario prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Materiali inediti, film, foto e opere figurative, per ricostruire la biografia di un altro Franco Angeli, zio del regista, protagonista di uno dei periodi più ricchi della Storia italiana del Novecento: l’arte, il cinema sperimentale, gli amici Mario Schifano e Tano Festa, la sua città, Roma, il conflittuale rapporto con il PCI. Un racconto personale affidato a chi lo ha conosciuto bene: il fratello Otello, la figlia Maria, la moglie Livia, l’amico Marco Bellocchio.

Porto lo stesso nome e cognome di mio zio”, esordisce il regista del film, “e mi accorgo che sono un po’ orgoglioso quando mi ritrovo a presentarmi a qualcuno che avrebbe potuto conoscerlo o comunque sa chi era. Fare un film su un parente è sempre apparentemente facile perché ci sono delle cose che dai per scontate. Poi il documentario ha un carattere molto famigliare: una delle voci più importanti è di mio padre, quindi il fratello.

Quando fai un documentario sai sempre da dove parti ma non dove ti porterà” aggiunge Angeli che dice di essere rimasto felicemente sorpreso dai materiali trovati in archivio, soprattutto dalle cose scritte dallo zio che gli hanno restituito tracce della sua vita, con un continuo riferimento alla sua infanzia, dai bombardamenti durante la guerra alla fame patita, tutte cose che lo hanno formato.

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La scheda del film

Luce Cinecittà al Torino Film Festival