Il mestiere di vivereIl lavoro di Giovanna Gagliardo su Cesare Pavese premiato con il Globo d'oro come miglior documentario PRIMO PIANO “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi“. Sono le ultime parole scritte da Cesare Pavese il 27 agosto del 1950 prima di togliersi la vita al termine di un weekend tormentato, durante il quale si muove per una Torino spettralmente deserta, cercando amici che non trova. Alla fine, nella stanza 346 del hotel Roma, si uccide.Dall’epilogo della sua vita Giovanna Gagliardo parte per raccontarci la storia di questo straordinario scrittore che in 42 anni di vita ha scritto alcuni tra i romanzi più belli usciti negli anni Quaranta: Paesi tuoi, Ferie d’agosto, Il compagno, La casa in collina, La bella estate e La luna e i falò per citare solo quelli più conosciuti.Il film è diviso in capitoli, riferiti alle varie attività di Pavese: poeta, scrittore, traduttore e collaboratore della Einaudi che aveva contribuito a far nascere nel 1933.Girato nelle terre pavesiane, le Langhe in primis, il film è ricco di materiale di archivio, di interviste e di citazioni dello scrittore torinese tratte dai suoi romanzi, lettere, poesie e diariDice la regista Giovanna Gagliardo: “Pavese l’ho incrociato nella mia adolescenza torinese e non solo. Ovviamente l’ho amato, l’ho letto. Ho imparato a memoria molte delle sue poesie. L’ho messo tra i ricordi di quel fruttuoso passato vissuto nella Torino irripetibile degli anni sessanta. Ritrovarlo e rileggerlo oggi, a distanza di tanti anni, è stata per me una vera e propria folgorazione. Prendi in mano i suoi romanzi, le sue poesie, soprattutto i suoi diari e già dalle prime righe capisci che ti sta parlando del “presente”. Non del suo presente, ma del “nostro”. Mette in scena la complessità degli eventi e ti fa capire che non hai scampo. Ti costringe a non cercare risposte semplici, ti sbarra la strada se provi a schierarti. Ti mette alla prova“.La valle dei poetiUn documentario del 1961 di Vladi Orengo. Due poeti, il delicato Gozzano e l'infelice Cesare Pavese, vengono ricordati insieme ai luoghi che ad essi furono di ispirazione
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