L’addio a Berlinguer

Quattro giorni dopo il malore che lo aveva colpito sul palco a Padova, l'11 giugno 1984 muore Enrico Berlinguer

Berlinguer è l’italiano più conosciuto nel mondo, il più interrogato, il più fotografato e il più preoccupato. Sono i giorni dei rantoli dell’ultimo governo Moro, ma i comunisti sono disposti a fargli ancora la respirazione bocca a bocca. Perché? Perché tanta ritrosia di fronte a nuove elezioni e una vittoria quasi sicura? Perché esitare a raccogliere soltanto con la forza dei voti, il primo PC al mondo, il potere, il frutto proibito in occidente?

Siamo nell’aprile del 1976 e il Partito Comunista Italiano si trova all’apice del suo successo politico. Le elezioni, che si terranno un paio di mesi più avanti, segneranno il maggior risultato elettorale dei comunisti che resteranno però un passo indietro alla DC con cui continueranno a collaborare per altri tre anni. A mettere in crisi definitivamente i governi di unità nazionale sarà l’assassinio di Aldo Moro per mano delle brigate rosse il 9 maggio del 1978.

Con l’inizio del nuovo decennio Berlinguer porterà nuovamente il suo partito all’opposizione. Il suo progetto di alternativa fu interrotto dalla morte improvvisa avvenuta l’11 giugno del 1984 a Padova in seguito a un ictus che lo colpì durante un comizio per le elezioni europee, elezioni di cui non riuscì a vedere l’esito e che segnarono per la prima e unica volta il sorpasso del PCI sulla DC facendone il primo partito del paese.

I funerali di Enrico Berlinguer negli scatti del fondo Masterphoto

Nella liturgia comunista i funerali hanno sempre avuto un’importanza rilevante. Le masse che vi prendevano parte volevano contestualmente salutare il leader scomparso e testimoniare che loro c’erano e ci sarebbero sempre state. Questo valeva in Unione Sovietica ma anche in Italia. Basti pensare alla folla che prese parte nel 1964, in una calda giornata di fine agosto, alle esequie di Palmiro Togliatti, immortalata dal pennello di Renato Guttuso.

Non poteva fare eccezione da questo punto di vista, venti anni più tardi, il funerale di Enrico Berlinguer. Il segretario comunista, oltre ad essere molto amato dai militanti del suo partito, godeva del rispetto incondizionato dei suoi avversari politici.