Giorgio Forattini, il padre di tutti i vignettisti

Inventò un genere. Con lui le vignette approdarono sulle pagine dei giornali italiani e con il tempo divennero una sorta di articolo di fondo disegnato

Quando il 14 gennaio del 1976 arriva nelle edicole italiane un nuovo giornale, La Repubblica, non furono poche le novità che lo caratterizzarono a partire dal formato tabloid allora poco o nulla frequentato dai quotidiani italiani, continuando per l’assenza di pagine sportive per arrivare alle vignette firmate da Giorgio Forattini, inizialmente nelle pagine interne del giornale e poi, negli anni successivi, in prima pagina. La Repubblica fu la prima ma presto seguirono molti altri giornali dai più autorevoli, come Il Corriere della sera a La Stampa, a tutti gli altri compresi quelli, all’inizio un po’ restii, legati ai partiti politici e alla sinistra extraparlamentare.

Le vignette divennero da allora un genere giornalistico e sono stati molti gli autori che in questi anni hanno firmato con le loro opere dei veri e propri editoriali. Giorgio Forattini, scomparso lo scorso 4 novembre a 94 anni, si può considerare il papà di tutti loro.

La sua carriera iniziò nel 1971 quando venne assunto a Paese Sera, quotidiano romano, come grafico. Come raccontò lui stesso: “La prima vignetta fu quella nel 1974 dopo la vittoria del referendum sul divorzio, disegnai Fanfani come un tappo (era molto basso) che saltava via da una bottiglia con un grande NO sull’etichetta“.

Nel corso della sua lunga carriera ha lavorato con diversi quotidiani e settimanali: La Repubblica, per la quale nel 1978 fondò e diresse l’inserto Satyricon, La Stampa, Il Giornale, Il Quotidiano Nazionale e Panorama.

Giorgio Forattini si può considerare come il vignettista della prima Repubblica: Craxi con gli stivaloni da gerarca fascista, Spadolini nudo, Berlinguer vestito metà in vestaglia e metà in tuta da operaio e Andreotti disegnato con una importante gobba e le orecchie a sventola. Sono pochi i politici che non siano stati fustigati da lui nel corso degli anni.

Le fotografie di questo articolo non sono ancora presenti nel portale dell’Archivio. Risalgono tutte agli anni Novanta e provengono da fondi in corso di lavorazione grazie ai contributi del PNRR.