Il secolo di Rossana Rossanda

Cento anni di Rossana Rossanda, un'intellettuale curiosa del mondo che la circondava, mai dogmatica, spesso controcorrente ma sempre coerente

Rossana Rossanda, nata a Pola il 23 aprile del 1924, è stata un’intellettuale a tutto tondo, curiosa del mondo che la circondava, mai dogmatica e spesso controcorrente, ma sempre fedele ai suoi ideali.

Come molti della sua generazione ha amato molto il cinema. In questa intervista del 1986, conservata nel fondo Mario Canale, parla della rivoluzionaria tedesca Rosa Luxemburg in occasione dell’uscita del film di Margarethe Von Trotta, Rosa L., a lei dedicato: La grande utopia di Rosa è la rivoluzione proletaria. Fu certamente vittima perché è stata vittima della reazione tedesca seguita alla crisi della prima guerra mondiale ed è profeta per chi crede, come credo anche io ancora, che questo sistema di produzione e questo tipo di stato, questi rapporti ineguali fra gli uomini saranno inaccettabili, come lo sono oggi e lo saranno di più domani e saranno cambiati. In questo senso possiamo chiamarla profeta di un bisogno di liberazione dell’uomo che certamente assumerà forme diverse da quelle che lei stessa concepiva in un quadro storico così differente.

Poi Rossanda parla più approfonditamente del film di cosa le è piaciuto e dell’accoglienza che potrebbe avere negli Stati Uniti, una realtà molto diversa da quella europea e che poco sa della storia della Germania post prima guerra mondiale. Infine commentando la notizia che il regista ungherese Istvan Szabo potrebbe dirigere un altro film sulla Luxemburg, con Maryl Streep nei suoi panni, commenta divertita: “Poi a conti fatti penso che Rosa Luxemburg si divertirebbe molto a sapere di avere il volto di Maryl Streep e diventare una star di Hollywood“.

Rossana Rossanda in dieci scatti

La ragazza del secolo scorso, come si era raccontata in un libro del 2005 nel quale narra della sua formazione politica iniziata durante la Resistenza al fascismo, proseguita nel Partito Comunista Italiano prima e ne Il Manifesto dopo, giornale di cui fu cofondatrice e che le valse, insieme ad altri dirigenti e giornalisti, l’espulsione dal partito.

Il manifesto si schierò fin dal primo numero, quando usciva come rivista mensile, con Alexander Dubček, la Primavera di Praga e contro i regimi dell’Est europeo e questo fu difficile da far digerire a molti dirigenti e militanti comunisti.

Dal primo articolo apparso sul quotidiano il 30 aprile del 1971 fino all’ultimo, datato 9 agosto 2019, poco più di un anno prima della sua scomparsa avvenuta a Roma il 20 settembre del 2020,Rossanda non ha mai mancato di dare il suo contribuito anche se, in quasi mezzo secolo di vita del giornale non sono mancati momenti di tensione e anche rotture traumatiche.