Libri al MIAC/3 – Chiamiamo il babbo, conversazione con Paola e Silvia Scola

Chiamiamo il babbo. Ettore Scola. Una storia di famiglia

Le novità editoriali e i loro autori in conversazioni esclusive nell’appuntamento online dal MIAC, il Museo dell’Audiovisivo e del Cinema di Cinecittà

Torna Libri al MIAC, l’appuntamento quindicinale in cui una novità editoriale dedicata a cinema e spettacolo viene presentata dalle sale del Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema, a Cinecittà, in una conversazione esclusiva con gli autori.

Dopo gli appuntamenti dedicati a Cinema e mafia, e a Giulietta Masina, questa puntata racconta di uno dei più grandi registi del nostro cinema, Ettore Scola, grazie all’elegia composta dalle figlie Paola e Silvia, ricchissima di memorie, aneddoti, piccoli segreti di un lessico familiare speciale, nel libro  Chiamiamo il babbo. Ettore Scola. Una storia di famiglia edito da Rizzoli. Ed è con l’intimità del legame affettivo, e la conoscenza delle collaboratrici sul lavoro, che le autrici dialogano su diversi aspetti dell’uomo Scola e del regista, a cominciare dal fondamentale apprendistato nella scrittura, rimasta per lui sempre la parte centrale del lavoro su un film. Quindi gli inizi con Metz e Marchesi, la mitologica composizione (da ghost writer) della lettera di ‘Totò, Peppino e la… malafemmina’, le collaborazioni con giganti come Amidei, Age e Scarpelli… Scola è stato uno dei nostri più grandi sceneggiatori, e da lì un regista straordinario, di film tra cui le figlie individuano i ‘4 capolavori e mezzo’ che la puntata svela. Si parla poi del rapporto con Fellini, un’amicizia particolare che Scola racconterà nel suo ultimo grande film ‘Che strano chiamarsi Federico…’. E i rapporti coi suoi attori: Sordi, Gassman, Mastroianni, e Massimo Troisi ‘il figlio maschio che non ha avuto’. E ancora, l’impegno politico, la necessità della leggerezza nelle cose importanti. E la famiglia, un valore fondamentale per lo Scola privato (ma anche per il regista), sostanziato da una presenza forte, complice, ironica. Esce così il ritratto di un uomo che ha unito stile a sostanza, e senza darlo a vedere mai è stato un maestro, che di Fellini diceva che era un artista mentre lui era un artigiano. Le sue storie, anche quelle narrate da Paola e Silvia, confermano l’artigianato, mentre i suoi film restano nell’arte.

Libri al Miac è curato dal comitato scientifico del Museo: il giornalista e critico cinematografico Oscar Iarussi, il regista e direttore della redazione dell’Archivio Luce Roland Sejko, lo scrittore e giornalista Andrea Di Consoli.

Riprese Angelo Marotta. Montaggio Serenella Scuri. Fonico Stefano CivitengaCon la collaborazione di Angelo Musciagna, David Paparozzi, Ugo LaurentiRegia, riprese e montaggio a cura della redazione dell’Archivio Luce e MIAC