Silvia e Paola Scola raccontano il papà Ettore
Parlando del libro Chiamiamo il babbo. Ettore Scola. Una storia di famiglia le figlie Silvia e Paola raccontano il papà Ettore, scomparso il 19 gennaio del 2016. Parlano dell’uomo Scola e del regista, a cominciare dal fondamentale apprendistato nella scrittura, rimasta per lui sempre la parte centrale del lavoro su un film. Quindi gli inizi con Metz e Marchesi, la mitologica composizione (da ghost writer) della lettera di ‘Totò, Peppino e la… malafemmina’, le collaborazioni con giganti come Amidei, Age e Scarpelli.
Paola e Silvia parlano poi del rapporto con Fellini, un’amicizia particolare che Scola racconterà nel suo ultimo film ‘Che strano chiamarsi Federico…’. E i rapporti coi suoi attori: Sordi, Gassman, Mastroianni, e Massimo Troisi ‘il figlio maschio che non ha avuto’. E ancora, l’impegno politico, la necessità della leggerezza nelle cose importanti. E la famiglia, un valore fondamentale per lo Scola privato (ma anche per il regista), sostanziato da una presenza forte, complice, ironica. Esce così il ritratto di un uomo che è riuscito sempre a tenere insieme stile a sostanza.
Ettore Scola in alcuni scatti inediti dell'Archivio fotografico
Scola sceneggiatore ha, tra gli altri, firmato capolavori come: Fantasmi a Roma, I mostri, Adua e le compagne, C'eravamo tanto amati, Una giornata particolare e il trittico di film in cui ha diretto Massimo Troisi: Splendor, Che ora è e Il viaggio di capitan Fracassa.
In Archivio, al di là di qualche cinegiornale uscito a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, la maggior parte del materiale lo troviamo nel Fondo Mario Canale, in corso di catalogazione e digitalizzazione.