Vittorio Gassman e un teatro casalingo

Il nuovo secolo è iniziato da meno di sei mesi quando, il 29 giugno 2000, il teatro e il cinema italiani perdono il loro grande mattatore

Questo è soltanto un piccolo divertimento privato e anche un piccolo laboratorio per esercitazioni o di me stesso o degli amici di chiunque voglia venire qui, e particolarmente di alcuni nuovi attori, per esempio i protagonisti di questa prima serata. Spero di portarli, di organizzare per loro una piccola stagione nei teatri normali nella prossima primavera“. Siamo nel 1965 e Vittorio Gassman risponde così al cronista de La Settimana Incom che gli chiede spiegazioni sulla singolare scelta di allestire un piccolo teatro all’interno della sua abitazione romana all’Aventino.

Più avanti, a proposito del suo doppio impegno in cinema e teatro, spiega: “È la mia professione, la mia passione è quella dell’attore e quindi lo spettacolo mi interessa. Mi ha sempre interessato in tutti gli aspetti e quindi, se è vero che il teatro rimane un’arma, una sonda più antica e forse più rigorosa per agitare e descrivere grandi conflitti spirituali, ideologici. Ma anche il cinema assolve una sua funzione molto importante di descrizione della realtà contemporanea di satira, di documento“.

 

Vittorio Gassman morì il 29 giugno del 2000. Protagonista del secolo precedente fece appena in tempo a vedere quello nuovo.

I tanti servizi presenti nell’Archivio Luce ce lo mostrano in tutte le sue molteplici apparizioni: attore di cinema e teatro, vincitore di svariati premi, sempre presente ad appuntamenti mondani ma anche attento al sociale, come quando, nel 1962, porta la sua compagnia a recitare alla Italsider di Piombino.

In conclusione le donne che hanno avuto un ruolo centrale nella vita di Gassman, dalle tre mogli Nora Ricci, Shelley Winters e Diletta D’Andrea, alle attrici Anna Maria Ferrero e Annette Strøyberg che tra il 1953 e il 1963 furono al suo fianco sia sul set che nella vita privata.