Diego Abatantuono si confronta con Serena Dandini

L'attore milanese compie 70 anni. Da Carlo Vanzina a Gabriele Salvatores passando per Pupi Avati i molti ruoli interpretati in cinquant'anni di carriera

Nato il 20 maggio del 1955, quando nel 1986 Diego Abatantuono rilascia questa intervista a Serena Dandini ha 31 anni e una ventina di film alle spalle.

Si alternano momenti quasi surreali ad altri più seri. Inizialmente ricorda il primo ciak del 1976: “Il primo ciak è stato in un film che si intitolava ‘Liberi armati pericolosi’. Ero andato per accompagnare I gatti di vicolo dei miracoli con i quali lavoravo, facevo il tecnico del suono dietro le scene. Allora sono andato in compagnia loro perché teoricamente dovevano fare un ruolo. Invece poi mi hanno fatto fare una roba a me dove dovevo guidare una macchina. Io ho bluffato dicendo che ero capace ma non avevo neanche la patente“. Si trattava di un ruolo drammatico mentre lui in quel momento si sentiva più predisposto per ruoli comici.

In seguito l’attore parla di scene complicate che ha girato e della ricetta della sua comicità. Non ha avuto un modello fisso a cui ispirarsi, ma, a costo di sembrare banale, dice che Totò per un verso e Woody Allen per un altro sono stati degli schemi a cui si è affidato.

Per quanto riguarda la preparazione dei film che deve interpretare Abatantuono sostiene di non avere metodi particolare. Il suo ideale sarebbe: “Farmi mandare dei copioni da leggere e poi scegliere qual è il film che mi interessa di più. Però purtroppo dovrebbe essere così ma non è così perché poi il lavoro del realizzare il film è quasi marginale, perché c’è un lavoro di preparazione di pubbliche relazioni che precede la realizzazione, molto più lungo e quindi più complicato che io farei a meno di fare volentieri perché sono un tipo molto, diciamo, chiuso“.

In conclusione l’attore milanese parla dell’amicizia: “Io ho un rapporto molto importante con i miei amici e con l’amicizia. Diciamo che vivo tutti i momenti di non lavoro e anche molti di quelli di lavoro con gli amici quindi questo a discapito di mia moglie che deve fare da mangiare per molte persone e tutto viene moltiplicato per più“.

Il 1986 è un anno di svolta per la carriera di Diego Abatantuono. Dopo una serie di film da botteghino quali I fichissimi, Eccezzziunale… veramente, Viuuulentemente mia, Attila flagello di Dio e Il ras del quartiere, Pupi Avati lo sceglie come protagonista Regalo di Natale. Per il regista bolognese interpreterà in seguito altri cinque film. Lavorerà tra gli altri con Giuseppe Bertolucci, Luigi Comencini, Carlo Mazzacurati, Daniele Luchetti, Ettore Scola, con il quale girerà a Cinecittà Concorrenza sleale e soprattutto Gabriele Salvatores con il quale stringerà un forte sodalizio sia professionale che umano: Marrakech Express, Turné, Mediterraneo, Nirvana e Io non ho paura, che gli valse il Nastro d’argento come miglior attore non protagonista, tra i titoli più significativi che i due gireranno insieme.

Nel 2021 Abatantuono ha ricevuto il David di Donatello alla carriera.